Pagani Zonda, una delle hypercar più ambite dai collezionisti mondiali. Libertà creativa e pochi numeri: forse sono questi i due ingredienti, insieme alla passione e alla determinazione (ma queste sono virtù) che hanno permesso a quell’Horacio Pagani, fondatore e Chief Designer di Pagani Automobili (che aprì la sua primissima ditta nel lontano 1977 ed era un capannone di 80 metri quadrati col tetto in lamiera) a diventare il costruttore di hypercar più ambite dai collezionisti mondiali.
La sua creatura più iconica è la Zonda (dal nome di un vento che soffia nelle pampas argentine, dove è nato Horacio Pagani nel 1955, precisamente a Casilda il 10 di novembre), di cui RM Sotheby’s e Silverstone Auctions hanno battuto lo scorso 2019 (ventesimo anniversario della Zonda) due modelli unici, Pagani Zonda Riviera e Pagani Zonda Aether, entrambe del 2017, per 5,5 e 6 milioni di dollari rispettivamente.
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Una Zonda fatta su misura. Perché io valgo
Lui, Pagani, le Zonda le fa su misura come un abito: vuoi mettere il lusso? Ti chiami Emanuele Beluffi e vuoi che la tua automobilina sia unica al mondo? Ecco che allora la serie Zonda 760 (dove 760 è il numero che indica la cavalleria) può comprendere anche una fantomatica Pagani Zonda EB -e ovviamente tutte le specifiche tecniche ed estetiche richieste dal proprietario del nome e della macchina. Per esempio la Pagani Zonda 760 LH è quella di Lewis Hamilton e la riconosci per il suo discretissimo colore viola.
Bella questa Zonda R, si intona col divano in salotto…
Iconica e artistica: a Miami un collezionista ha pagato 1,5 milioni la sua Pagani Zonda R e l’ha appesa in salotto come se fosse un quadro. Del resto, è un’auto da esposizione: nel novembre 2019, chi si fosse trovato a N.Y., avrebbe potuto visitare la mostra Pagani. La storia di un sogno, al Grand Central Terminal, con la Pagani Zonda Collection (Zonda 001, Zonda F, Zonda R, Zonda Cinque, Zonda HP Barchetta più la Huayra Roadster BC).
La Zonda giappo e la Zonda Fantasma
I numeri, si diceva. E i collezionisti: i primi sono sempre pochi, gli altri sono sempre tanti. Ad esempio la Pagani Zonda Cinque si chiama così perché prodotta nel 2010 in cinque esemplari per il dealer Pagani di Hong Kong, la Zonda 760 Kiryu l’ha ordinata nel 2015 un giapponese un po’ poeta (pare che “Kiryū” voglia dire “drago della speranza” ma google translate non conferma), mentre la Zonda Fantasma nasce nel 2005 con guida a destra, fa un incidente nel 2012, la rimettono in sesto e rinasce con le inziali del nuovo proprietario, per ritornare nel 2017 in officina dove le piazzano il cambio manuale a 6 rapporti al posto del sequenziale che montava prima. Incidentata, operata e ri-ri-costruita, più unica di così!
Zonda Tricolore, mica la cafonata viola di Lewis Hamilton
Pagani Zonda, una delle hypercar più ambite dai collezionisti mondiali ma ce n’è anche per l’Italia: per il cinquantesimo anniversario delle Frecce Tricolori Pagani Pagani e il suo team fanno la Zonda Tricolore, tre esemplari bellissimi in livrea azzurra con il tricolore e i cerchi dorati, altro che la cafonata di Lewis Hamilton.
Di DomiD19 – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17599339
Pagani Imola, pesa come una Fiesta ma costa 5 mln di euro
Le ultime creature Pagani, che in un mondo senza pandemia avremmo visto al Salone di Ginevra, sono due. La prima è l’Imola, così chiamata perché durante la fase di sviluppo è stata messa sotto pressione per 16 mila Km a Imola in un percorso pari a tre volte Le Mans: cinque esemplari, 830 cavalli e 1240 Kg, pesa come una Ford Fiesta ma costa cinque milioni di euro. L’altra è la Roadster BC, nata con gli acconti dei clienti arrivati a Pagani prima che Pagani pensasse di costruirla.
La caratteristica vincente di casa Pagani è l’utilizzo dei materiali compositi: quando iniziò, 35 anni fa, pochi ci credevano. L’embrione della Zonda risale ai primi anni novanta, quando Pagani esce dalla Lamborghini e fonda la Pagani Composite Research, ma l’impiego dei materiali compositi è di molto prima: nel 1985, insieme al suo team, costruisce la prima vettura al mondo totalmente in materiali compositi (che, per la cronaca, è una Lamborghini Countach Evoluzione).
Il resto è storia: a fine Novanta nasce nell’atelier di San Cesario sul Panaro la Zonda C12 (dove la “C” è l’iniziale di Cristina, la moglie di Horacio pagani), che indossa una monoscocca in fibra di carbonio e monta un motore Mercedes-Benz AMG.
Poi arriva la Zonda S, sempre Mercedes-AMG e 555 cv, seguita dalla Zonda Roadster e poi le altre, Cinque, Tricolore, la Zonda R senza limiti per la pista (750 cv) e infine la Pagani Zonda Revolución, 800 cv da scaricare tutti sulla pista anche se sei un pilota della domenica (pare, PARE, che non siano difficili da guidare…).
Mi sembra di sentire i mormorii dei motoristi: sì ma i dati tecnici, le prestazioni? Sapete che una Pagani Zonda ha il motore posteriore trasversale, che impiega 2 secondi e qualche cosa da 0 a 100 e che non va bene per farci la spesa, ma che ve frega? E’ un’opera d’arte, le togliete il motore e l’appendete alla parete.