Auto-Storia: i modelli più significativi

Fulvia Coupé HF, il mito Lancia dai rally alla strada

La prima vittoria ai rally con due donne e poi al museo con Munari-Mannucci

Pensateci. Quando cinquant’anni fa andava di moda dire “donna al volante pericolo costante”, due donne a bordo di una Lancia Fulvia HF 1.3 vinsero al rally del Sestriere: era il 1968, la valchiria si chiamava Pat Moss – sorella di Stirling Moss, mentre la navigatrice era Elisabeth Nyström ed entrambe precedevano ben tre Fulvia HF! Tanta roba.

Coi rally le parole “Lancia” e “Fulvia” ci vanno a nozze: pensate ovviamente alla Delta, ma anche, a ritroso nel tempo, alla Delta S4, alla bellissima Rally 037, alla famosissima Stratos e, appunto, alla Fulvia Coupé.

Era una notte buia e tempestosa…

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fonte fcaheritage.com

La Fulvia nasce piccola in tutti i sensi: è la cugina della Flavia del 1963 che due anni dopo viene affiancata dalla Fulvia Coupé. In brevissimo tempo cresce di cilindrata dai 1.2 iniziali ai 1.6 finali, quelli del rally di Monte Carlo del 1972 vinto da Sandro Munari e Mario Mannucci con la Fulvia Coupé 1.6 HF numero 14. Ancora oggi possiamo vederla nell’FCA Heritage HUB, con ancora i segni sulla carrozzeria di quella notte buia e tempestosa in cui la coppia Munari-Mannucci vinse in maniera memorabile fra pioggia neve e vento, dando la gloria alla macchina e il successo al modello, che infatti in versione stradale fu venduto tantissimo, al punto che la produzione andò avanti tranquilla fino al 1976.

Avanti tutta come una barchetta anzi un motoscafo

La Lancia Fulvia nacque con la trazione anteriore, un’innovazione voluta dall’ingegner Antonio Fessia, direttore tecnico della Lancia, dando l’abbrivio a una soluzione che avrebbe accomunato negli anni seguenti la stragrande maggioranza delle automobili. Il motore era un 4 cilindri a V, i freni erano a disco (altra innovazione per l’epoca) e queste novità vennero trasposte, nel 1965, sulla versione sportiva, l’HF Coupè appunto (HF sta per “High Fidelity”, come uno stereo degli anni 80!), un 2 + 2 che di profilo sembrava una barchetta (e infatti venne disegnata sulla base dei motoscafi Riva), con una potenza che dagli 80 cv iniziali (1.2 cc) arrivò ai 101 del 1.3 prodotto fra il ’68 e il ’69, su cui per altro le marce al cambio passarono da 4 a 5 e infine ai 165 cv della versione più spinta e iconografica del 1.6 HF.

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76e international Motorshow Geneva 2006 – Lancia Fulvia Coupé I 1967 – Foto di Semnoz, commons.wikimedia.org

Perché iconografica? Ma perché è riconoscibilissima, non fu pop come la 500, ma quando dici rally pensi ai fanaloni nella notte e infatti “Fanalone” si chiamava la Lancia Fulvia HF 1.6 con gli abbaglianti grossi sul muso, che arrivò nel 1969. La livrea più famosa di tutte (e che possiamo vedere ancora oggi) fu quella di colore rosso fiammante e il cofano nero opaco con sopra scritto LANCIA-ITALIA e i nomi Munari-Mannucci sulla carrozzeria insieme al mitico numero 14: un’opera d’arte mobile!

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Il “Fanalone”. Foto di Vllmtt – Opera propria, CC BY-SA 4.0, commons.wikimedia.org

Come vedete, le “evoluzioni” della Fulvia HF vennero una dopo l’altra a strettissimo giro proprio per l’enorme successo del modello, disegnato da quel Piero Castagnero che genialmente si volle ispirare ai motoscafi Riva e anche grazie a quel Cesare Fiorio che con la sua Squadra Corse HF Lancia convinse una riottosa casa madre a credere nelle competizioni.

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fonte silverstoneauctions.com

Niente sesso siamo inglesi: quella dagli occhi di ghiaccio

Una Lancia Fulvia Coupé HF Rally del 1972 guida a destra è stata messa all’asta lo scorso febbraio a Silverstone e venduta per 34.875 sterle, ma se siete poveri il web è pieno di altre offerte in versione stradale, fra mezzi bidoni ed esemplari ottimi, a riprova di quanto questa piccola canaglia sia tuttora molto apprezzata dai nostalgici.

Una postilla: la Fulvia HF aveva anche la guida a destra perché la Lancia nel 1972 volle realizzarne una versione apposita per il mercato inglese, con i gruppi ottici anteriori sfasati: i fari esterni erano rialzati e la facevano sembrare particolarmente…accigliata.

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Di pyntofmyld – Lancia Fulvia, CC BY 2.0, commons.wikimedia.org

Niente soldi siamo la Fiat: quella concept mai prodotta

Seconda e ultima postilla: nel 2003 la Lancia fece una concept car disegnata da Alberto Dilillo e Flavio Manzoni e prodotta in un solo esemplare perché all’epoca i conti del gruppo (intendendo per “conti” sia il termine “soldi” che il termine nobiliare) piangevano miseria: nel suo libro Da 0 a 500. Storie vissute, idee e consigli da uno dei manager più dinamici della nuova generazione, Luca De Meo, all’epoca manager del Gruppo Fiat, scrisse, a proposito dell’impossibilità di mettere in produzione la concept car, che fu uno dei suoi più grandi rimpianti professionali (fonte Wiki). Un vero peccato, perché mutatis mutandis rispetto all’antico quell’unico esemplare moderno era splendido e sarebbe piaciuto a tutti, grandi e piccini, uomini e donne.

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fonte Facebook
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Emanuele Beluffi

Giornalista pubblicista, già responsabile di redazione presso Il Giornale OFF, spin off culturale del quotidiano il Giornale, editor di CulturaIdentità, conservatore presso Fondazione Sangregorio Giancarlo.
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