Auto-Storia: i modelli più significativi

Opel Corsa GSi, sportiva senza brutalità

Opel Corsa GSi non costava una sassata ma fra Uno Turbo, Golf GTI e altro la concorrenza era spietata

Opel Corsa GSI, cioè: Grand Sport Injection. Ed è storia. Quando la Volkswagen iniziò a celebrare il proprio successo con la Golf GTI alla fine degli anni ’70 , alla Opel non potevano certo stare a guardare. A Rüsselsheim avevano, sì, modelli sportivi, ma c’era bisogno di quel certo non so che: ecco allora che Opel Manta GSi e Kadett GSi furono le prime auto sportive a fregiarsi del logo GSi: Grand Sport Injection, appunto. Niente carburatori ma iniezione. Avevano lo stesso motore da 1,8 litri con 115 cavalli ed eravamo nel 1984, scusate se è poco. Il simbolo GSi divenne piuttosto leggendario e durò fino al 1999, quando l’acronimo cambiò in Opc (Opel Performance Center): non suonava benissimo e comunque quando Opel venne inglobata da Groupe PSA e presentò la Insignia, la cara vecchia sigla GSi tornò a splendere.

Negli anni 80 e fino alla fine dei 90 non dovevi essere ricco come Soros per una vettura sportiva, prestante e divertente e la Corsa GSi era la scelta di chi, per i casi suoi, non voleva prendersi una Golf GTI. O, non sentendosi particolarmente patriota, non voleva la Uno Turbo.

Uno Turbo, Fiesta XR2i,  205 GTI, Austin Metro Turbo MG, Citroën AX Sport e poi???

peterolthof via Flckr

Presentata nel settembre 1987 al Salone di Francoforte, la Corsa GSi (Corsa A) doveva sgomitare lungo la main street ormai popolata dalle hot hatch compatte dai motori potenti e gli assetti ribassati tipo Fiat Uno Turbo, Ford Fiesta XR2i, Peugeot 205 GTI, Austin Metro Turbo MG e Citroën AX Sport, che esteticamente le si avvicinava parecchio.

Opel Corsa GSi, sotto il vestito tutto

Niels de Wit from Lunteren, The Netherlands, CC BY 2.0 creativecommons.org via Wikimedia Commons

Poco prima, al cinema, era uscito il film Sotto il vestito niente di Carlo Vanzina, ispirato allo splendido romanzo omonimo di Marco Parma, ma contrariamente al senso cinematografico per la Corsa GSi avremmo potuto dire: Sotto il vestito tutto. Tutto, per chi voleva divertirsi senza spendere una sassata: costava 14 milioni e 946mila delle care vecchie lirette, aveva un motore 1.6 quattro cilindri in linea aspirato monoalbero, iniezione elettronica Bosch LE Jetronic , trazione anteriore, 5 marce, assettata, freni dedicati, allestimento idem con logo Gsi bello grande al centro sul muso (e dietro sul portellone), splitter anteriore e spoiler dietro, minigonne, retrovisori e paraurti in tinta, volante sportivo a 3 razze, contagiri, manometro e voltmetro (indicatori che oggi non esistono più), 101 cv, coppia 135 Nm a 5.600 giri/min, 0/100 in 9,5 secondi, quasi 190 di velocità massima, 820 Kg di peso (820!), 0 clima, 0 ABS, 0 ESP e TCS. Magari non faceva troppa paura (e purtroppo in Italia non ebbe lo stesso successo della Golf GTI e della Uno Turbo, effettivamente più ignoranti nell’estetica e non solo in quella), ma era bellissima lo stesso, se fossimo Fred Bongusto diremmo “eri piccola, piccola così” e potevi sceglierla fra splendidi colori fra cui il rosso pastello anche se chi scrive, se potesse entrare nella macchina del tempo, la sceglierebbe nera.

Opel Corsa GSI area B

Di Madxande2 – Opera propria, Pubblico dominio, commons.wikimedia.or

Nel 1993 arrivò la seconda generazione della Corsa Gsi (Corsa B): motore sempre 1.6 ma 16 valvole, 109mcv e iniezione elettronica multi-point Multec-S. Fu il primo bialbero a 4 valvole per cilindro di 1,6 litri mai realizzato dalla Casa tedesca che rendeva il motore il più piccolo della famiglia di propulsori ecotec. Sportiva e responsabile, la Corsa Gsi “area B” 😂😂 rispettava l’ambiente grazie al catalizzatore, cosa che permise alla Opel di dimostrare che andava benissimo anche con le sportive.

Quella “Corsa” da città…

Alla fine del millennio arrivò la terza generazione di Corsa Gsi (Corsa C), ma ormai già dalla seconda metà degli anni 90 c’erano la Clio RSi, l’Ibiza GT 16v, la Punto GT, la 106 GTI…e l’elenco potrebbe andare avanti: non sfigurava, ma era la meno veloce, anche se grazie al suo peso contenuto era la più agile di tutte in città. Oggi in area C a Milano piacerebbe a Sala e ai Verdi.

Mostra di più

Emanuele Beluffi

Giornalista pubblicista, già responsabile di redazione presso Il Giornale OFF, spin off culturale del quotidiano il Giornale, editor di CulturaIdentità, conservatore presso Fondazione Sangregorio Giancarlo.
Pulsante per tornare all'inizio

Add to Collection

No Collections

Here you'll find all collections you've created before.