Auto-Storia: i modelli più significativi

Beta Montecarlo il fascino dei trionfi Lancia

Bella ancora oggi e Porsche scansati, nell'80 e 81 è campione del mondo sportprototipi

Anche chi era piccolo negli anni 80 e giocava con le macchinine facendo finta di guidarle avrà una memoria nebulosa della Lancia Beta Montecarlo: ne avevano fatte pochine (7578) e nel 1985 avevano già smesso di produrle.

Eppure sembra moderna ancora oggi. E soprattutto bella, se confrontata coi frigoriferi odierni (non è un’ideologia anti elettrica, è che le auto elettriche sono proprio brutte).

Nasce a Torino poi va a Chivasso

Agli inizi degli anni Settanta le sue linee spigolose sembrano ai lancisti di allora “poco Lancia” e non senza ragione: la Beta Montecarlo nasce infatti Fiat e solo poi passa al marchio di Chivasso, molto probabilmente per non accavallarsi con la già esistente sportiva X1/9.

Presentata al Salone di Ginevra nel 1975, la berlinetta di Chivasso viene affidata sin dagli inizi della gestazione a Pininfarina: la disegna Paolo Martin e il prototipo viene presentato nel gennaio 1971, ma solo nel 1975 la possono vedere tutti, in occasione del Salone di Ginevra.

Di Andrew Bone from Weymouth, England – Lancia Beta Monte Carlo (1978), CC BY 2.0, commons.wikimedia.org

Monta un quattro cilindri Lampredi due litri (1995 cc se vogliamo fare i precisini) posizionato in maniera centrale posteriore ed eroga 120 cv (anni Settanta = anni di austerità), ha la trazione posteriore, è lunga 3813 mm, pesa 980 Kg a vuoto, ha 2 posti secchi e pare che davanti il bagagliaio sia addirittura più capiente di quello di una Porsche 911, ma questo lo possono confermare o gli ex ricchi proprietari di allora (sia di Porsche che di Beta Montecarlo s’intende) o gli aficionados di youngtimer di oggi diversamente benestanti.

Beta Montecarlo: do you remember Stratos?

Il nome ha un suo perché: do you remember Stratos? Ebbene sì, ha anche lei le sue medaglie al valore: vince il Mondiale Marche (Campionato del mondo sportprototipi) nel 1980 e nel 1981 facendo scansare la Porsche (vincitrice nel ’78 e ’79).

Montecarlo ha il fascino evocativo dei trionfi Lancia nel famoso rally e quindi se dici Montecarlo sai cosa guidi: sarà del resto la base dell’oggi ambitissima Lancia 037.

Ne fanno due versioni, coupé e spider, nel senso che a quest’ultima togli il tettuccio in tela e lo riponi da qualche parte nella vaschetta anzi nell’abitacolo.

1979: cambiare tutto per non cambiare nulla

Nel 1979 via Beta, resta solo Montecarlo: realizzano un impianto frenante maggiorato, sostituiscono il volante a due razze con un volante Momo a tre (decisamente più bello), cambiano i cerchi e aggiungono due novità estetiche, una grande e una piccola, le pinne posteriori in vetro per una migliore visibilità e la mascherina anteriore con lo stemma Lancia ridotto.

Per il resto non cambia nulla, nemmeno le quotazioni odierne, a seconda che uno voglia o non voglia avere il vento fra i capelli o sulla pelata.

E se volete fare gli alternativi a tutti i costi, cercate la Scorpion for the U.S.A.

Di Tony Harrison from Farnborough, UK;cropped, plates blanked, and slightly rotated by uploader Mr.choppers – Lancia Motor Club Great Northern Weekend in the Lake District March 2011 DSC_6759, CC BY-SA 2.0,  ommons.wikimedia.org
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Emanuele Beluffi

Giornalista pubblicista, già responsabile di redazione presso Il Giornale OFF, spin off culturale del quotidiano il Giornale, editor di CulturaIdentità, conservatore presso Fondazione Sangregorio Giancarlo.

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