Cinema e Motori

Lotus Esprit, fabbrica inglese design italiano

E Colin Chapman "prestò" la sua a James Bond

Lotus Esprit debutta al Salone di Parigi nell’ottobre 1975 ed è talmente bella che due anni dopo le danno una parte nella film della serie 007 La spia che mi amava e poi in Solo per i tuoi occhi (dunque James Bond non guidava solo Aston Martin e infatti Pierce Brosnan in Golden Eye guida una BMW Z3. Ne parleremo). E chi non c’era l’ha vista poi con Julia Roberts e Richard Gere in Pretty Woman.

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Lei è la Lotus Esprit, disegnata da Giorgetto Giugiaro e fatta dalla Lotus in diverse varianti fino al 2004 in 10.675 esemplari.

Niente Ferrari per Pretty Woman, siamo italiani. E gli inglesi la sfangano

Pensate a quanto siano poco accorti negli uffici delle relazioni pubbliche dì Porsche e Ferrari degli anni ottanta/novanta: quando la produzione di Pretty Woman li contatta per arruolare la loro vettura nel film rispondono picche perché la protagonista è una libera professionista, sì insomma una puttana e temono un ritorno d’immagine controproducente.

Che falchi eh? Invece la Lotus, meno bacchettona, accetta e quell’anno (è il 1990), sull’onda del successo del film, la Lotus Esprit va via il pane. In una celeberrima scena del film Julia Roberts ne commenta entusiasta la tenuta di strada dicendo che sembra camminare sulle rotaie:

Sharon Stone in Basic Instict: “Hmmm oggi quale Esprit mi metto?”

Julia Roberts ma non solo: la bellissima virago di Basic Instinct, Sharon Stone, ne guida due, una bianca l’altra nera, a seconda del vestito che indossa (non le mutandine, evidentemente…).

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Frame da video

Ma la sua storia, almeno cinematografica, inizia prima, nel 1977 con Roger Moore nel ruolo di 007 in La Spia Che Mi Amava, dove la Lotus Esprit si trasforma nientemeno che in sottomarino che emergendo dalle acque ammazza pure un elicottero e la sua apparizione si ripete, in maniera molto più borghese, nel 1981 a Cortina d’Ampezzo sempre con Roger Moore in Solo per i tuoi occhi.

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Cortina d’Ampezzo, inverno 1981. L’attore inglese Roger Moore, seduto sopra una Lotus Esprit Turbo, in uno scatto di scena sul set del film Solo per i tuoi occhi (1981) di John Glen. Autore Getty Images Licenza d’uso fotografia pubblicata in territorio italiano o ivi realizzata senza essere mai stata pubblicata all’estero[1] ed è nel pubblico dominio poiché il copyright è scaduto

E Colin Chapman “prestò” la sua a James Bond

Quando quel genio del marketing di Colin Chapman viene a sapere che stanno cercando una macchina per James Bond, decide di parcheggiare la sua Lotus Esprit davanti agli studi di produzione del film, così, per attirare l’attenzione e sfangarla: la Esprit bianca che in La Spia Che Mi Amava vediamo camminare sulla spiaggia è infatti la sua.

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Carrozzeria in materiale composito, motore centrale posteriore 4 cilindri in linea e trazione posteriore, all’inizio la Lotus Esprit non è un mostro di potenza: 2 litri e 157 cavalli nella versione mark I detta S1, ma nel 1980 con il turbo la cavalleria sale a 213 e la cilindrata a 2.2, per poi arrivare con 264 con la Turbo SE. Arriviamo al 1992, gli anni passano e i cavalli aumentano: Esprit Sport 300, dove 300 sono i cavalli vapore che nitriscono in inglese, poi arrivano la S4 Turbo e la S4s, siamo al 1996 ed è il turno della Lotus Esprit V8, ormai i cilindri diventano 8 e il motore un 3.5 litri mentre ormai i cavalli sono duecento in più rispetto a vent’anni prima, cioè 350.

Arriviamo al Nuovo Millennio, alle sue soglie esce in edizione limitata a 54 esemplari la Esprit Sport 350 e così arriviamo al 2004, febbraio per la precisione, con la sua uscita di scena con i gruppi ottici posteriori che sono diventati rotondi.

Lotus Esprit, fabbrica inglese design italianoDrivenride Emanuele Beluffi (2)
@LotusV8 – facebook

Si chiamava M70 o anche Kiwi, vai a sapere perché

Il progetto iniziale della Lotus Esprit si chiamava M70, o anche Kiwi (vai a sapere perché, ma essendoci di mezzo Colin Chapman tutto è possibile) e, all’epoca della sua presentazione 25 anni fa, suscitò un botto di ammirazione: esteticamente poteva dirsi addirittura all’avanguardia (e infatti nel film di 007 le ruote rientrano e si trasforma in un mezzo anfibio) e con quelle linee spigolose probabilmente riflette uno stile che oggi per i più è obsoleto, ma per chi vuole distinguersi dalla massa omologata di oggi è perfetta.

Lotus Esprit, fabbrica inglese design italianoDrivenride Emanuele Beluffi (2)
Di Mick from Northamptonshire, England – Lotus Esprit 1980 at Beaumanor Hall, CC BY 2.0, commons.wikimedia.org
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Emanuele Beluffi

Giornalista pubblicista, già responsabile di redazione presso Il Giornale OFF, spin off culturale del quotidiano il Giornale, editor di CulturaIdentità, conservatore presso Fondazione Sangregorio Giancarlo.

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