Auto-Storia: i modelli più significativi

Renault Avantime, il coupéspace avanti solo nel nome

La Renault Avantime fu un flop commerciale eppure ci riprovarono con la Vel Satis

Non si può certo dire che i francesi non piaccia osare. Di là dai non proprio fraterni rapporti che da sempre (non) legano gli italiani ai cugini d’Oltralpe, va detto che là dove osano le aquile sono stati i mangia baguette. Hanno inventato la monovolume negli anni Ottanta con l’Espace, hanno inventato la monovolume compatta nei Novanta con la Scénic e la piccola Twingo e negli anni Duemila si spingono a creare la pecora Dolly dell’automotive anzi no ma poco ci manca: coupéspace Avantime.

Renault Avantime, un coupé 2+2 ma-non-solo-coupé

By Vauxford – Own work, CC BY-SA 4.0 commons.wikimedia.org

Era il 2002 ma l’idea “avanti negli anni” venne negli anni 90 a Philppe Guédon della Matra, che si era messo in testa di dare ai francesi qualcosa di ancora più innovativo della Espace, magari un coupé 2+2 ma-non-solo-coupé. La Renault Avantime l’aveva disegnata Thierry Metroz del Centro Stile Renault che già abbiamo imparato a conoscere), attualmente direttore del design di DS e l’aveva prodotta Matra (che fabbricò la Espace) a Romorantin.

Quella macchina ibrida, non nel senso che piace ai gretini di oggi ma nel senso del crossover tra coupé e monovolume e forse pure qualcos’altro l’avevano presentata al Salone di Ginevra del 1999 e ci piacerebbe avere una macchina del tempo modello Ritorno al Futuro per vedere le facce. La mamma della Avantime era la già citata Espace ed era disponibile in due serie, Dynamique e Privilège.

Come indicava il nome, voleva essere in anticipo sul tempo di allora ma crediamo che non lo sia nemmeno oggi: scelte stilistiche fuori dagli schemi e ardimentose non sempre funzionano e quel che abbiamo detto della Vel Satis vale anche per la Avantime. Con la differenza che in questo caso l’astrusità del design è uniforme.

Alla REnault Avantime ci pensa Jean-Paul Gautier


Ad ogni modo, fiduciosi nel futuro come da battesimo della nuovo prodotto, quelli della Renault realizzarono una campagna di comunicazione in grande stile (la famosa grandeur francese non ha limiti) chiamando come testimonial nientemeno che Jean-Paul Gautier e inventando lo slogan Renault, Stilista delle automobili.

Già: il popolo se vede le creazioni assurde sul pret a porter al massimo si scandalizza, tanto non potrà mai acquistare quelle creazioni. Ma essendo Renault una fabbrica di automobili per il popolo, non è che si possa troppo giocare a fare gli stilisti. E infatti l’Avantime, il popolo, non se la filò. Ma non si pensi che non avesse caratteristiche e qualità d’eccellenza. Anzi. E’ lo stesso discorso della Vel Satis: un prodotto troppo arrembante per piacere alla massa.

Di Patrick.charpiat – Opera propria, CC BY-SA 4.0,commons.wikimedia.org

Esternamente, la Avantime aveva il colore del tetto diverso da quello della carrozzeria, il lunotto posteriore era molto curvo, con un enorme tetto interamente vetrato e le portiere giganti, che si aprivano in maniera piuttosto sofisticata a doppia cerniera che permettevano alle portiere di sdoppiarsi indipendentemente e disponevano di finestrini privi di cornice. Mancava anche il montante centrale tra i finestrini anteriore e posteriore e quindi Goethe morente avrebbe potuto dire per la seconda volta: “Più luce!”. Accontentato. La Renault produsse 8577 esemplari di questo strano cuopè monovolumetrico bello lungo (4, 64 metri) con due sole portierone ai lati.

Le motorizzazioni andavano dal 4 cilindri al V6, da 1998 cc a 2946 cc, da 150 a 250 cavalli e insomma, l’Avantime non era ferma solo nel nome.

Fermare gli ordini della Renault Avantime!

Par Conrad Longmore — 100_0586Uploaded by Pan BMP, CC BY 2.0 commons.wikimedia.org

Ma fermi rimasero gli ordini: come per la Vel Satis, nemmeno i francesi, notoriamente attaccati alla loro stessa eccezione culturale, la vollero comprare, continuando a preferirle l’Espace, che almeno non era omologata per sole 4 persone. Coupè e monovolume sono due cose diverse e metterle assieme non produce un risultato gratificante, almeno per gli occhi. Al punto che la Renault ne fermò anzitempo la produzione nel febbraio 2003.

Sopravvisse però qualcosa di quel progetto fatto e finito (finito in tutti i sensi): il portellone posteriore lo avremmo poi ritrovato nella Vel Satis e, in parte, nella Mégane. L’insuccesso commerciale della Avantime diede la spallata finale alla Matra, già in difficoltà, che quell’anno chiuse la fabbrica di Romorantin.

Par Patrick.charpiat — Travail personnel, CC BY-SA 4.0, commons.wikimedia.org
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Emanuele Beluffi

Giornalista pubblicista, già responsabile di redazione presso Il Giornale OFF, spin off culturale del quotidiano il Giornale, editor di CulturaIdentità, conservatore presso Fondazione Sangregorio Giancarlo.
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