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Harley Davidson Livewire: primo modello elettrico per la casa americana

E se lo fa Harley Davidson, vuol dire che anche per le moto il mondo è cambiato...

Il mondo sta finendo? L’apocalisse è vicina? No, non parliamo di covid, peste suina o ebola ma del primo modello elettrico della casa, la Harley Davidson LiveWire.

Un ricordo di qualche anno fa: club di biker in provincia di Como. Sulla porta di ingresso, una scritta avvertiva chiunque si fosse presentato con una moto giapponese che all’uscita ne avrebbe trovato solo le ceneri! Leggendo la notizia della nascita della LivewWire mi è tornata alla mente propio quella scritta. Gli amici bikers l’avrebbero data alle fiamme anche se porta il logo Harley Davidson?

In realtà questa domanda non ha ragione d’essere, parliamo di un target completamente diverso, cittadino e modaiolo. Anche se l’idea stessa di un motore elettrico legato al marchio di Milwukee ha suscitato non pochi contrasti e non solo tra gli appassionati, visto che parecchie concessionarie hanno dichiarato di non credere nel progetto.

La svolta epocale della Harley Davidson Livewire:

Serbatoio Harley Livewire
Photo by Harley-Davidson on Unsplash

L’Harley LiveWire segna comunque e senza ombra di dubbio una svolta epocale se si considera che cosa il marchio ha sempre rappresentato nel mondo dei motori e nell’immaginario collettivo.

Il nuovo modello è spinto da un motore elettrico a magneti permanenti da 105 cavalli e 116 Nm di coppia pronti già da zero giri che lo fanno schizzare da 0 a 100 in meno di tre secondi. La moto raggiunge la velocità di 180 km/h, si ricarica a corrente continua (DCFC) in 60 minuti e percorre “fino” a 236 km (la casa dichiara un minimo di 158 km) in modalità eco. Non in autostrada comunque, perchè a velocità costante, non utilizzando il freno motore, non si recupera energia.

Anche la compenente tecnologica è di altissimo livello con sistemi di sicurezza attiva come freni e acceleratore a controllo elettronico. Lo stato della moto può essere gestito tramite app e, a pagamento, è disponibile il servizio di notifica in caso di furto o manomissione.

Per gli addetti si tratta della regina delle moto elettriche, anche per il prezzo di partenza di 34K e per il fatto che il mercato al momento non offre molte alternative. Tanto o poco poi si decide in base all’amore che si ha per questo marchio e al desiderio di viaggiare a emissioni zero. Con un occhio anche alla convenienza futura. Come tutti i veicoli elettrici anche le moto, non avendo emissioni, possono accedere alle ZTL e usufruire degli eco-incentivi statali e regionali.

Promossa o bocciata?

Harley livewire
Photo by Harley-Davidson on Unsplash

Harley Davidson LiveWire è perfetta? Corriamo a comprarla? Insomma… Dopo alcuni problemi di gioventù e ad un non meglio precisato problema in fase di ricarica che ne hanno decretato il fermo, la produzione ha ripreso seppure a ritmi ridotti. Harley ha investito nel progetto 1,6 miliardi di dollari ma ha dovuto fare i conti fin da subito con numeri sotto le aspettative, non solo per la resistenza della clientela abituale affezionata al V-twin ma soprattutto per il prezzo non proprio economico.

La LiveWire sarà comunque la base che aprirà la strada a modelli elettrici dal costo più abbordabile per gli utenti di domani. Quelli di oggi? Forse non sono ancora pronti per il salto. Agli appassionati veri – come noi – qualcosa manca: il rombo del bicilindrico. Sì perchè andare in moto è un’esperienza totale, che coinvolge ogni senso e sopratutto l’udito.

Prima di acquistarla quindi va provata: è innegabile che il mercato stia cambiando e che prima o poi le leggi porteranno auto e moto verso la sola motorizzazione elettrica. Per il momento dovete capire se potete rinunciare a quel suono inconfondibile. Quello che fa sbraitare le vecchiette per strada e che fa saltare gli antifurti, che vi fa girare la testa quando siete a piedi o in auto fermi al semaforo, ma sopratutto che vi fa sentire liberi quando cavalcate una Harley Davidson.

E se volete continuare a parlare del marchio Harley Davidson, leggete qui.

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Luca Daverio

Sono nato a Varese nel 1975, appassionato di motori fin dall’età di cinque anni, partendo con le corse sulle piccole moto per poi passare alla mia più grande passione per il motocross. Indimenticabile la mia WMX 125 del 1989. Le ho provate tutte ma domare il CR 500 è stata la mia più grande soddisfazione. Seguo naturalmente i motori a 360°, dalla Formula 1 alla moto GP, dal motocross alle gare di off-shore e per lavoro mi occupo da sempre di eventi legati ai reparti corse di prestigiose case auomobilistiche come AMD Mercedes, Citroen WRC oltre ad alcuni eventi Brembo per il Gran Premio di Monza. Ho sempre amato scrivere, da ragazzo facevo il giornale sportivo per il mio Istituto ed ancora oggi mi capita di scrivere per Istituti tecnici.
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