Alzi la mano chi fra i maschietti in fase pre-adolescenziale negli anni Ottanta non ha provato le prime turbe ormonali vedendo Catherine Bach cioè Daisy Duke davanti al Generale Lee in hot pants.
Il dolce amarcord di cui sopra non è la scena di un film hard ma un tòpos della serie Hazzard (tu chiamalo telefilm se ti pare) in onda dal 1979 al 1985 sull’allora tv commerciale col vento in poppa in Italia e il suddetto Generale altri non era che la Dodge Charger R/T del 1969 dei cugini Bo (John Schneider) e Luke Duke (Tom Wopat), cioè i buoni (con Daisy) contro i cattivi, cioè lo sceriffo Rosco P. Coltrane (James Best) e Hogg the Boss (Sorrel Booke), nella contea immaginaria di un immaginario Stato dell’America profonda della working class, altro che Miami Vice.
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The Dukes of Hazzard
Ma i maschietti ricorderanno bene (e fra loro i secchioni anche meglio di Daisy in shorts) la Dodge Charger arancio col numerone 01 sulle portiere, la bandiera degli Stati Confederati sul tetto e il clacson a tre trombe pneumatiche che riproduceva l’inno degli Stati Confederati. Senza parlare delle acrobazie alle quali era sottoposta la vettura.
La Generale Lee, muscle car che portavi a spasso e in pista
La Dodge Charger R/T (cioè Road/Track, cioè versatilità sia su strada che in pista) era una muscle car prodotta a partire dal 1969 e tuttora in vendita (naturalmente molto diversa dalla prima edizione e acquistabile attraverso un dealer ufficiale per l’Italia): in illo tempore la Dodge (fondata nel 1914 e dal 1928 parte del gruppo Chrysler) voleva fare una vettura che si accoppiasse alle altre muscle cars in circolazione tipo Pontiac Gto, Plymouth Barracuda e Ford Mustang, senza volerle per forza scavallare sul mercato ma semplicemente con l’intento (poi riuscitissimo) di arricchire l’offerta della casa madre con un prodotto ad alte prestazioni (ma sarà vero che erano così poco squali? bah!).
Acrobazie anche per entrarci e uscirci
Il Generale Lee di Hazzard non era molto diverso dalla Dodge Charger borghese, le modifiche riguardavano l’aggiunta di una zavorra da 300 Kg sul posteriore per controbilanciarlo durante i numerosissimi voli e i cerchi in lega anziché in acciaio griffati American Racing Vector da 15 pollici. Nel “telefilm” Bo e Luke entravano e uscivano dall’abitacolo saltandoci perché gli sportelli nella finzione cinematografica erano saldati (ma in realtà no). Nell’abitacolo era alloggiato un roll bar a sei attacchi tipo Nascar, omaggio al genere agonistico così sentito in quell’area geografico/cultural/sportiva.
L’officina era aperta h24 solo per lei
Al posto dell’originale montava un motore 426 Hemi, il più potente di allora, 8 cilindri a V e 6.980 cc per 425 cv suppergiù. Il resto era uguale all’originale, con quel muso a rasoio che ti guardava minaccioso. Nel nel corso della sua vita cinematografica ha avuto circa 300 sosia, nel senso che la produzione li doveva di volta in volta sostituire con gli stessi modelli reperibili sul mercato dell’usato e preparati alla bisogna in un’officina aperta h24 in zona set. Ne usavano due, di Dodge Charger/Generale Lee, lo Unit 1 per i giretti tranquilli e lo Unit 2 per le carambole.
E alla fine le Generale Lee rimasero in meno di una ventina
E alla fine rimasero in meno di una ventina: la primissima l’acquistò nel 2012 per 110mila dollari Bubba Watson, una replica (“Bo’s General Lee”) era quella di John Schneider, poi messo all’asta Barrett-Jackson e venduto per $ 450.000. In Italia anche il collezionista Gianpiero Riva possiede una replica della vettura, cioè appunto una Dodge Charger del 1969, l’unica differenza è una presa d’aria sul cofano. Detto inter nos, chi scrive qualche anno fa l’ha incontrato di persona (il Generale Lee, non il collezionista).
Ma a quanto pare alcune decine delle 300 vetture usate e sacrificate nelle riprese sarebbero state rinvenute da un autodemolitore che le utilizza come attrazioni, ma i dubbi di autenticazione serpeggiano: almeno una delle Generale Lee rivenute sarebbe un’autentica Charger R/T, ma le altre?