Cinema e Motori

James Bond e Aston Martin DB5, un link eterno

Ne hanno vendute 25 repliche con tutti i gadget originali del film Agente 007 - Missione Goldfinger

L’ultima volta l’abbiamo vista tra i sassi di Matera con Daniel Craig  per  No Time to Die di Cary Fukunaga: è la Aston Martin DB5, che in quell’estate italiana 2019 sfrecciava per le vie del centro storico di Matera.

Del resto, le auto e il cinema hanno una relazione che va ben oltre il semplice mezzo di trasporto sul grande schermo. Innumerevoli sono le pellicole che hanno reso celebri non solo i loro protagonisti umani, ma anche le vetture che li hanno accompagnati nelle loro avventure. Dalle strade di Hollywood emergono veri e propri iconici simboli dell’automobilismo cinematografico, capaci di  lasciare un’impronta indelebile nella memoria collettiva.

By Thesupermat – Own work, CC BY-SA 4.0 commons.wikimedia.org

E tra le auto più leggendarie della “settima arte”  impossibile non menzionare l’Aston Martin DB5, la vettura preferita di James Bond. Da Agente 007 – Missione Goldfinger a Skyfall, l’agente segreto britannico ha sfrecciato attraverso le strade e le scene d’azione a bordo di questa elegante e potente automobile. Con il suo mix di lusso, tecnologia e intramontabile fascino britannico, l’Aston Martin è diventata sinonimo di classe e avventura, riflettendo perfettamente lo spirito di James Bond: chi non avrebbe voluto essere come lui?  Non tutte le auto sono semplici mezzi di trasporto e ancor meno lo sono le star a 4 ruote del cinema, figuriamoci quella guidata da James Bond: che, come tutti sanno, ma proprio tutti tutti, non le è stato sempre fedele, basti pensare a quel suo tradimento di cui vi avevamo parlato QUI

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By Mr.choppers – Own work, CC BY-SA 3.0 commons.wikimedia.org

Però, però…con l’Aston Martin siamo su un altro pianeta. Conosciuta per la sua eleganza senza tempo e il suo lusso impeccabile, l’Aston Martin è stata protagonista di numerose pellicole della saga di 007, come  Agente 007 – Missione Goldfinger, Thunderball, GoldenEye, Tomorrow Never Dies, Casino Royale, Skyfall, Spectre e No Time To Die.  

Il debutto, appunto, in Agente 007 – Missione Goldfinger, quando James Bond visita il laboratorio di Q dove viene informato che la sua Bentley sarà sostituita da una Aston Martin DB5 Silver Birch con la targa BMT 216A. Q poi gli presenta la maggior parte, ma non tutti, gli extra aggiunti come il dispositivo di localizzazione, che Bond attacca alla Rolls-Royce Phantom III di Goldfinger o il “tagliagomme” per mettere fuori combattimento la Ford Mustang di Tilly Masterson, o anche  la cortina fumogena, lo scudo posteriore antiproiettile, il seggiolino eiettabile e le due mitragliatrici Browning montate dietro le frecce anteriori.

l’Aston Martin DB5 usata nel film GoldenEye – By Murgatroyd49 – Own work, CC BY-SA 4.0 commons.wikimedia.org

Memorabile nel 1995 in GoldenEye la battaglia su strada della DB5 con la Ferrari F355 GTS di Xenia Onatopp, ma la sua più grande sequenza d’azione dal suo debutto nel 1964 ce l’ha in No Time to Die: qui James Bond  percorre la costa italiana su una  DB5 targata A 4289 00 fino alle strade tortuose di Matera.

Nei suoi libri lo scrittore ed ex agente segreto Ian Fleming, il papà  di 007, aveva messo 007 al volante di una delle ultime Bentley da 4,0 litri, una coupé grigia  che vantava un compressore costruito dal noto ingegnere automobilistico Amherst Villiers. Ma fu il romanzo Missione Goldfinger a introdurre quella che Fleming chiamò un’Aston Martin DB 3, presa in prestito dall’MI6, il servizio segreto britannico, perché  armata con una selezione di armi extra. 

By Herranderssvensson – Own work, CC BY-SA 3.0 commons.wikimedia.org

All’epoca della pubblicazione del primo romanzo di Ian Fleming nel 1959, si trattava di innovazioni tecnologiche all’avanguardia, ma per i responsabili degli effetti speciali nel cinema  non erano abbastanza spettacolari per il pubblico di quello che sarebbe di lì a poco doventato il mitico James Bond: le diavolerie tecnologiche dell’Aston Martin DB5 di 007 furono infatti una decisione dei produttori cinematografici Albert Broccoli e Harry Saltzman, che attenzionarono la Aston Martin per affidare il ruolo di…protagonista alla loro nuova DB5 (che in realtà era una DB4 Serie 5) in Agente 007 – Missione Goldfinger del 1963, con numero di telaio DP/216/1 (DP stava per Development Project) e targa BMT 216A.

Quando la produzione si spostò sulle Alpi, l’Aston Martin accettò di prestare una seconda vettura alla produzione, una DB5 opportunamente rifinita e dotata del cambio ZF a 5 marce:  le due auto, una volta rifinite con la stessa verniciatura Silver Birch, erano praticamente indistinguibili, sebbene la BMT 216A presentasse un’antenna dietro il pilota.

Aston Martin lanciò la DB5 al Motor Show di Francoforte del 1963 e  fu esposta allo show di Earl’s Court il 6 novembre con battage pubblicitario che enfatizzava il suo motore da 4,0 litri  in grado di erogare 282 CV a 5.5000 giri/min. (e 314 CV a 5.750 giri nella versione GT). 

Targhe girevoli, sparafumo, radar, sedile eiettabile…tutto di serie!

Una delle Aston Martin DB5 di EON Productions non aveva i gadget….. – By Chilterngreen, CC BY-SA 3.0 commons.wikimedia.org

Nel 2019 la Aston Martin annunciò la produzione di una serie limitata di 28 repliche esatte della DB5 versione Goldfinger (in vendita 25, perché una è rimasta alla EON Productions, una è stata data in beneficenza e un’altra è conservata da Aston Martin) al prezzo di 2,75 milioni di sterline più iva, spiccioli insomma. Queste repliche vennero realizzate in collaborazione con EON Productions, la società di produzione dei film di 007, e includevano anche i più famosi visti al cinematografo:

– Due mitragliatrici Browning dietro gli indicatori di direzione anteriori
– Paraurti idraulici estensibili da utilizzare come arieti
– Targhe girevoli con immatricolazione inglese, svizzera e francese
– Un erogatore di fumo per creare una cortina fumogena
– Una pompa dell’olio montata posteriormente per creare una zona scivolosa superficie per gli inseguitori
– Uno schermo antiproiettile per proteggere il lunotto posteriore
– Un sistema di navigazione e radar per localizzare le auto
– E, last but not least, un sedile eiettabile per eliminare gli inseguitori indesiderati passeggeri

L’ideatore di tutta questa tecnologia letale fu Ken Adam, della produzione del film Agente 007 – Missione Goldfinger, ispirato dalle sue esperienze nella Royal Air Force durante la Seconda Guerra Mondiale, quando pilotava un Hawker Typhoon pesantemente armato. Tutte le modifiche alla DB5 di 007 vennero effettuate nello stabilimento Aston Martin

Jay Leno ha guidato una DB5 …ma l’avrà anche comprata?

screenshot dalla Tube

Jay Leno, il noto anchorman tv altrettanto noto proprietario di un garage che GASI Garage spostati, è riuscito a vivere le sue fantasie di James Bond guidando un’Aston Martin DB5 Goldfinger Continuation con gadget funzionanti e il Louwman Museum di Evert Louwman nei Paesi Bassi, che ospita una delle più grandi collezioni di auto d’epoca al mondo, ne ha una.

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Emanuele Beluffi

Giornalista pubblicista, già responsabile di redazione presso Il Giornale OFF, spin off culturale del quotidiano il Giornale, editor di CulturaIdentità, conservatore presso Fondazione Sangregorio Giancarlo.
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