Renault 21, nata inizialmente per soddisfare le esigenze di chi teneva famiglia, al punto che ne esisteva anche una versione vagonata, ben presto la Renault 21 aumentò il proprio pubblico andando a mirare la cerchia degli sportivi. Fu così che venne alla luce la Renault 21 Turbo, infilandosi nella nicchia delle berline sportive con l’ambizione di intaccare il dominio esercitato dalle tedesche, come la BMW 325i e Mercedes 190 E 2.3 16v.
Linee tese e squadrate, coerenti con l’estetica degli anni ’80 e lanciata nel 1986, la Renaulti 21 era destinata alle coppie con figli; sostituiva la Renault 18 e veniva offerta in tre versioni, a due e tre volumi e vagonata (si chiamava Nevada, 7 posti e aveva un baule enorme): coefficiente aerodinamico di 0,29; lunga 4,46 metri, offriva eccellenti qualità di abitabilità e capacità di carico, morbida e silenziosa, i francesi avrebbero detto plaisir de voyage e insomma, niente di sportivo.
Ma una razza era in via di apparizione (questo era lo slogan dello spot tv con cui anni prima la Renault lanciò la Renault 25)
Infatti nel 1987 apparve la Renault 21 2L. Turbo, 1995 cm3, 175 cv e tanta elettronica (per quei tempi): non aveva il sintetizzatore vocale della R 25, ma in compenso la sua strumentazione di bordo poteva vantare un avveniristico computer, anzi calculateur.
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Una Renault 21 con i muscoli
Esteticamente la Renault 21 Turbo si presentava fin da subito come la versione muscolare dell’intera gamma 21, rispetto alla quale cambiava e di parecchio: il muso presentava gruppi ottici più lunghi e sottili a doppi a parabole (nel faro a parabola singola una sola lampadina fa da anabbagliante e abbagliante, mentre in quello doppio ci sono due lampadine separate, la differenza a livello estetico è tanta). Cambiavano anche i paraurti, con le prese d’aria integrate per i dischi anteriori, spoilerini ben in vista e minigonne, retrovisori in tinta, alettone sul bagagliaio e cerchi dedicati in lega a 5 razze su pneumatici 195/55 ZR15, che negli anni 80 era già tanta roba.
La Renault 21 2L. Turbo montava un motore Douvrin J7R longitudinale T3, quattro cilindri catalizzato con albero a cammes in testa, 2 valvole per cilindro, interamente in alluminio, 1995cc di cilindrata per 162cv di potenza massima a 5200 giri/min. e 270Nm di coppia massima a 3000 giri/min, sovralimentato con un turbocompressore Garrett che le permetteva di coprire lo 0/100 in 7.4 secondi per una velocità massima di 227 km/h.
Internamente aveva un volante sportivo a 3 razze rivestito in pelle traforata (che chi scrive avrebbe ritrovato sulla sua Clio 1.4 sport), pomello del cambio in pelle traforata con le marce scritte in rosso come la strumentazione del cruscotto, manometro per la pressione turbo e il già citato computer di bordo, sedute contenitive in velluto traforato (a richiesta c’era anche la pelle nera, chissà che goduria), pedale dell’acceleratore a L rovesciata per il punta-tacco.
La Renault 21 2L. Turbo era in dotazione alla Gendarmerie francese per inseguire i piloti della domenica. E, per restare in tema corsaiolo, nel 1988 due Renault 21 2L. Turbo 4X4 (Quadra) gareggiarono nel campionato di Francia Superproduction con Jean Ragnotti e Jean-Louis Bousquet alla guida, con i quali vinsero 6 gare su 10 del campionato, mentre Jean Ragnotti conquistò il titolo di campione. Fra l’altro sempre nello stesso anno il pilota giornalista Jean-Pierre Malcher battè il record di velocità su ghiaccio guidando una Renault 21 2L Turbo quasi identica alla versione di serie andando a 246,926 km/h e 250,610 km/h sul lago gelato di Hornavan, in Svezia.
Renault 21 2L. Turbo Quadra, rarissima e bellissima
Dal 1987 al 1992, anno del suo pensionamento, vennero prodotte 14mila Renault 21 2L. Turbo, di cui solo 900 in versione Quadra, che dunque è oggi rarissima (la pubblicità di allora diceva: Renault 21 2L. Turbo Quadra, c’est un peu long a prononcer mais la perfection s’obtient toujours au prix d’un petit effort: Renault 21 2L. Turbo Quadra, è un po’ lungo da pronunciare ma la perfezione si ottiene sempre a costo di un piccolo sforzo) e, sempre chi scrive, ricorda di averla vista da piccolo, peccato non avesse i soldi per prenderla