Come all’inizio il protagonista del film Il sorpasso doveva essere Alberto Sordi, così la sua vettura doveva essere un’Alfa Romeo Giulietta spider, poi la scelta cadde su Gassman e la Lancia Aurelia Sport spider e il resto è storia (del cinema e dell’auto). Anche il titolo del film doveva essere diverso: Il giretto. E in Francia lo titolarono Le Fanfaron, come ha raccontato Catherina Spaak/Lilly Cortona ai Bagni Ausonia di Castiglioncello dove furono girate le riprese dell’incontro di Vittorio Gassman/Bruno Cortona con sua figlia.
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E di film in film come non ricordare la co-protagonista su 4 ruote in La bella di Lodi (1963, unico film girato da Mario Missiroli, basato sul romanzo di Alberto Arbasino che ne curò la sceneggiatura) con una bellissima Stefania Sandrelli che guida un’altrettanto bellissima Alfa Romeo Giulietta Spider?
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🎼🎵🎶Ma dove vai bellezza in Giulietta? 🎼🎵🎶
Ma del resto la Lancia Aurelia del Sorpasso torna anche in questa storia: infatti, il progetto Pininfarina dell’Alfa Romeo Giulietta Spider, disegnata da Franco Martinengo, era ispirato proprio alla Lancia Aurelia B24 (vi fu anche una proposta Bertone, stilisticamente più aggressiva, che però non ebbe la meglio).
Giulietta, una spider made in Italì per gli americani
Erano gli anno formidabili del boom economico (ma gli operai si rompevano sempre la balle in fabbrica) e dell’avvento della televisione, si sognava Hollywood, la dolce vita di Fellini era lì lì e fu per questo che l’importatore ammerrecano dell’Alfa Romeo, Maz Hoffmann (no, il cognome non è affatto USA, infatti era un viennese trapiantato a New York dopo la guerra), chiese alla casa del Biscione di fargli una decapottabile compatta per conquistare il suo pubblico di affezionati clienti d’oltreoceano. Detto, fatto: due progetti, Bertone e Pininfarina, chi vinse ve l’abbiamo appena detto.
La Giulietta Spider venne commercializzata tra il 1956 e il 1962, durante i quali vennero prodotte circa 14300 Spider e circa 2800 Spider Veloce suddivise in tre serie: la prima tra il 1955 e il 1959, la seconda dal 1959 al 1961, la terza fino a metà 1962.
Dimensioni contenute e linee morbide, finiture accurate, con quel listello cromato sul cofano motore (che, insieme ai fari posteriori, sarebbe stato uno dei pochissimi elementi distintivi rispetto alla successiva Giulia), il frontale della Giulietta Spider era quella parte dell’insieme che potremmo dire più “ridondante”, con il grosso scudetto Alfa Romeo che divideva il paraurti cromato in due come nell’Aurelia B24.
7 anni poco lifting
Nel corso dei suoi 7 anni di vita ottenne dei restyling tutto sommato modesti, eccezion fatta per la serie prodotta dal 1959 con il passo aumentato di 50 mm (seconda serie, detta anche Giulietta Spider “passo lungo”) e per i gruppi ottici posteriori, che all’inizio erano composti da un piccolo blocco unico suddiviso in due luci da una cromatura, per essere poi sostituiti da un elemento più grande a tre luci e dal profilo bombato e che in un momento successivo si appiattì per assumere definitivamente la configurazione degli stessi gruppi ottici posteriori della futura Giulia Spider.
Quando dici la combo colore
Venne proposta in sei colori: bianco, rosso chiaro, nero, celeste, bleu medio e grigio grafite, combinati con gli interni: rossi per il bianco, il grigio grafite e il nero; beige (selleria) e grigi (moquette) per il bleu medio; neri per il rosso chiaro (con variante beige per la selleria e grigio per la moquette) e il celeste. Per la Giulietta Spider era disponibile a richiesta l’hard-top in tinta.
Il quadro strumenti, inglobato nel cruscotto in lamiera verniciata, aveva tachimetro con fondo scala a 180 km/h e contagiri a 7000 per la versione “normale” e 220 km/h e 8000 giri nella versione Spider Veloce, in più temperatura e pressione olio, temperatura dell’acqua e livello del carburante. Altra epoca rispetto agli schermi touch screen di oggi. La Giulietta Spider montava un motore a quattro cilindri 1.290 cc per 65 cv di potenza (80 dal 1958), che le facevano toccare i 155 km/h (165 dal 1958).