In Italia esce sotto Natale ma l’ambientazione è ferragostana e, nella lunga estate calda del 2022, ha compiuto 60 anni. Con nostalgia pensiamo che loro non ci sono più, Gassman, Trintignant, la Spaak, i protagonisti, insieme alla Lancia Aurelia B24 Convertibile, del film cult di Dino Risi Il Sorpasso, con Vittorio Gassman/Bruno Cortona che passa il giorno di ferragosto in macchina insieme all’universitario timido Roberto (Jean-Louis Trintignant) alla ricerca di un senso per un giorno da sfigati in quell’Italia del boom economico con l’estate cadenzata dal twist.
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Lancia Aurelia B24 scoperta, pieno di benza e sei in pole position
Il Sorpasso è un film on the road alla Kerouak ma senza misticismo né alcol né droga, sprizza italianità fino alle midolla e in fondo siamo orgogliosi di questo capolavoro, così vicino e così lontano, fra una Roma deserta il 15 agosto che neanche un tabacchino aperto e quella libertà capelli al vento su una spider senza l’angoscia delle guardie e delle multe, provaci oggi.
La trama del Sorpasso la conoscete e la macchina pure, una Lancia Aurelia B24 Convertible del ’56 guidata da Gassman/Cortona con un Trintignant a disagio quasi fino alla fine, quando la brutta fine la farà veramente insieme alla macchina.
Per la cronaca: questa estate Carlo Vanzina intervistato da La Verità ci ha rivelato che la troupe e il regista del Sorpasso fino alla fine non sapevano come chiudere il film, decidendo di affidarsi al colonnella Bernacca cioè alle condizioni meteo: protagonisti felici e contenti se avesse fatto brutto, dramma altrimenti. E alla fine splendette il sole, ergo…
Ce lo ricordiamo ancora il suono di quel clacson: indimenticabile come le spacconate di Bruno Cortona che si crede Hamilton.
La Lancia Aurelia la disegna il centro stile Pininfarina e diventa subito il sogno mostruosamente proibito di molti italiani (boom economico sì, ma gli operai continuano a rompersi le balle in fabbrica e comprano la 500 a rate): vettura di pregio, bella ed elegante, anche se quella guidata da Gassman è sgarrupata e bicolore.
Nell’aprile di quest’anno l’abbiamo vista all’Auditorium Parco della Musica di Roma in occasione del centenario di Gassman: lo stesso esemplare del Sorpasso, restaurato e messo in mostra (le Lancia Aurelia guidate dall’attore erano due, una pare fosse quella di Cecchi Gori).
Pininfarina vuole una Lancia Aurelia con l’hard top
Prodotta dal 1955 al 1958, la Lancia Aurelia si chiama Spider fino all’ottobre ’55 e Convertibile America dalla serie successiva (poi solo Convertibile), presentata al Salone di Torino nell’aprile ’56: parabrezza panoramico, zero finestrini laterali, zero maniglie degli sportelli, paraurti ad ala (che rimpiazzano i rostri del prototipo) e capote in tela (ma Pininfarina ne ha una anche con l’hard top).
L’Aurelia B24 con il paraurti ad ali
Di questa prima serie vengono costruiti 240 esemplari, l’ultimo esce nell’ottobre ’55 e sei mesi dopo inizia la produzione della seconda, chiamata Convertibile Convertibile America fino al ’57: via il parabrezza panoramico (ci mettono i montanti) e via i paraurti ad ali, fanno la loro apparizione le maniglie agli sportelli e la finestratura laterale. Con un upgrade nel ’57 a livello prestazionale, la Convertibile America da quel momento prende il nome semplicemente di Convertibile ed esce di produzione nel ’58 chiudendo la carriera con 371 esemplari.
Lancia Aurelia B24, shooting come in un film
L’Aurelia B24 Spider (prima “serie”) monta un 6 cilindri a V di 2451,31 cm³ e arriva a 180 Km/h e è disponibile nei colori beige, grigio, rosso, verde, celeste e nero. La Convertibile America monta lo stesso 6 cilindri a V di 2451,31 cm³ e fa i 172 km/h a causa dell’aumento di peso dovuto alle modifiche meccaniche rispetto alla prima e aumenta anche la gamma dei colori in cui è disponibile. La terza e ultima delle “serie” della Lancia Aurelia “del Soprasso” presenta un lieve incremento della velocità massima, da 172 a 175 km/h restando invariata a livello estetico.
La Aurelia B24 Convertibile guidata da Gassman è un esemplare celeste del ’56, quindi appartenente alla serie Convertibile America. Oggi ci manca una “convertibile” così, a partire dal nome: sì ci sono le supercar ma la versione di mezzo, fra popolo e riccastri, oggi non c’è, a parte magari la MX5, la Z4 e poco altro. Ma, per dirla con Samuel Jackson in Pulp Fiction, “non è lo stesso fottuto campo da gioco, non è lo stesso campionato e non è nemmeno lo stesso sport”. E nemmeno lo stesso film