C’era una volta la Lotus Esprit S1 bianca di Roger Moore / 007 che entrava in acqua nel film del 1977 “La spia che mi amava”: funzionava solo al cinema ma la Rinspeed sQuba, uno dei tanti progetti visionari di Frank M. Rinderknecht boss dal 1977 della svizzera Rinspeed, si guida davvero sia sulla terra che in acqua.
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Rinspeed sQuba la macchina subacquea
Basata sulla Lotus Elise, la sQuba, presentata al Salone di Ginevra nel 2008, è un veicolo elettrico a emissioni zero che utilizza tre motori elettrici, uno per i viaggi su terra e due per l’acqua. Si muove su terra grazie al suo propulsore elettrico a trazione posteriore, utilizzando batterie ricaricabili agli ioni di litio. Entrando in acqua, galleggia in superficie ma può immergersi fino a una profondità di 10 metri come un sottomarino, mossa da due eliche elettriche (quando sono sott’acqua, gli occupanti respirano l’aria trasportata nel veicolo attraverso erogatori subacquei di tipo subacqueo). Doveva “costare meno di una Rolls-Royce”, secondo il boss Rinderknecht, un “giocattolo per ricchi” (ma va?), ma dal 2021 è un progetto sul sito web Rinspeed senza indicazioni di disponibilità o prezzo.
Rinspeed zaZen, o l’arte della manutenzione della macchina
Un “giocattolo per ricchi” come la Rinspeed zaZen, concept car mostrata per la prima volta al Motor Show di Ginevra nel 2006., basata sulla Porsche 997 Carrera S è stata realizzata in collaborazione con Bayer MaterialScience, uno dei maggiori produttori di materie plastiche al mondo. “Il nostro obiettivo è convincere le persone a pensare all’auto del futuro. Dopo tutto, lo Zen, preso in prestito dall’insegnamento buddista, è una forma speciale di percezione: ci si arriva solo se si è disposti a rinunciare alle idee preconcette”, disse Rinderknecht dopo aver letto il libro “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”. L’intera cupola del tetto fino alla linea di cintura era realizzata in policarbonato trasparente della Bayer. Per ottenere un collegamento ottimale con la carrozzeria venne utilizzato un sigillante elastico mentre l’hardtop sembrava fluttuare in aria. Come il progetto stesso, mai entrato nella produzione di piccola serie.
Rinspeed Splash e sei nel Guinness dei primati
Un concetto, che sta nel cielo Iperuranio delle idee realizzate una tantum, cioè prodotte una e una sola volta. Come la Rinspeed Splash, veicolo anfibio con design aliscafo in grado di raggiungere 45 nodi sull’acqua o quasi 200 km/h sulla terra, presentata per la prima volta al Motor Show di Ginevra del 2004. Nel 2006 ha stabilito il record di traversata del Canale della Manica a bordo di una automobile/aliscafo, effettuando la trasferta in 3 ore e 14 minuti. Un “giocattolo per ricchi”, giova ripeterlo?
Un divertissement come la Ronspeed iChange, che cambia forma e configurazione in base al numero di passeggeri al suo interno: “L’iChange” è un simbolo dei cambiamenti fondamentali che l’industria automobilistica sta attraversando in tutto il mondo. Ed è chiaro che sopravvivranno solo le aziende che avranno risposte innovative alle esigenze di una nuova era automobilistica”, disse Rinderknecht l’anno della sua presentazione, era il 2009 ed effettivamente rispetto al 2024 era già avanti.
Che dire poi del concept Budii esposto al Motor Show di Ginevra 2015? Era basato sulle possibilità future delle auto a guida autonoma, con comunicazioni radio, sistemi radar e di rilevamento del movimento e telecamere, con in più uno scanner laser telescopico sul tetto chiamato TrackView che forniva una prospettiva 3D combinando i dati di tutti i vari sensori per mappare il terreno circostante. E intanto ti leggevi qualche comunicato di Friday For Future.
Rinspeed Oasis col giardino sul cruscotto
Una comfort zone per eco-sensibili, come la Oasis, presentata nel 2016 alla fiera annuale organizzata dalla Consumer Technology Association nel settore dell’elettronica di consumo e descritta con scarsa fantasia e molta enfasi come un “salotto su ruote” ma in realtà più simile a uno scatolo di vetro: porte in vetro dal pavimento al soffitto, ovviamente motore elettrico a batteria, pannelli solari integrati nel tetto e un display di realtà aumentata e… il giardino montato sul cruscotto con sensori per avvisare l’utente quando nutrire le piante…
Rinderknecht, un visionario? Sicuramente. Non bisogna gettare il bambino con l’acqua sporca e sarebbe quindi stucchevole stigmatizzarne l’ansia ecologista in anticipo sui tempi, ma occorre ribadire due punti attuali: 1) concept per ricchi a parte, l’economia green (e le auto pure) continua ad essere una riserva classista e 2) le auto elettriche sono rispettose dell’ambiente ma molto meno dello stile.
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