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Decreto Fuoristrada…vietato divertirsi fuoristrada

Audace colpo dei talebani green: via le moto dai boschi (idem per le bici)

Credevate che i talebani ambientalisti ci volessero tutti in bici? Vi sbagliate! Come il rinnegato Kautsky bersagliato dal compagno Lenin, anche le mountain bike finiscono nel mirino dei mozzorecchi green, che pure le bici se potessero magari le imporrebbero anche alle guardie, così non inquinano, come Alberto Sordi  nel film Un americano a Roma. In base al “Decreto Fuoristrada” pubblicato in Gazzetta Ufficiale, firmato dal ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli, dal ministro della Cultura Dario Franceschini e dal ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani,  moto, quad, 4×4 e bici non potranno, a partire da oggi, andare in fuoristrada. Nel senso, non di fare un incidente, ma di andare in fuoristrada proprio, avete presente gli itinerari turistici tipo Via del Sale e le scampagnate in mezzo ai boschi? Ecco, quelli: da oggi non si potrà più mettere le ruote fuori dall’asfalto, a meno che non si guidi lu tratturi per lavoro e non si sia guardie forestali. Insomma, la viabilità è inibita al traffico ordinario: “Indipendentemente dal titolo di proprietà, la viabilità forestale e silvo-pastorale e le opere connesse come definite al successivo art. 3 sono vietate al transito ordinario”. Non bastano i motori elettrici per ricchi sfaccendati (sei ore per ricaricare le batterie), i motori termici devono essere eliminati, via!, raus!, pure le mountain bike, tutti in monopattino, armiamoci e partite. Da oggi non potete più divertirvi, perché bisogna salvare i boschi da voi puzzoni. E l’indotto? E il comparto turistico? I giacobini del salviamo il pianeta si comportano come quella principessa, «Se non hanno più pane, che mangino brioche», ma è impossibile che non si rendano conto delle conseguenze delle loro decisioni sul settore occupazionale e su quello produttivo. Ancma e Fmi (l’associazione dei costruttori e la Federazione Motociclistica Italiana) si sono schierate contro il decreto, chiedendo urgentemente un confronto col Governo come quando il sindacato s’incazzava per le Finanziarie lacrime e sangue. Il mondo è complesso: chi se ne frega se arrivi da destra o da sinistra, la tua azione ha conseguenze su tutti, ecco perché il fanatismo non va mai bene. I seguaci dell’ambientalismo a tutti i costi vorrebbero che l’Italia fosse un’enorme Area C, anzi nemmeno, un enorme parco giochi fatto di fiorellini e animaletti come piace ai liceali di Greta Thunberg, l’adolescente di fronte alla quale si sono inchinati Presidenti e Primi Ministri. Non ci sono più politici come Yanis Varoufakis, il ministro delle Finanze greco che arrivava in moto all’Eurogruppo…

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Emanuele Beluffi

Giornalista pubblicista, già responsabile di redazione presso Il Giornale OFF, spin off culturale del quotidiano il Giornale, editor di CulturaIdentità, conservatore presso Fondazione Sangregorio Giancarlo.

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