Auto-Storia: i modelli più significativi

Bertoni e Citroen, un connubio sconosciuto a molti

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  • Quante volte sentiamo dire in TV o leggiamo sul web: "quest'auto ha il tipico design francese". Forse chi lo dice non è a conoscenza del fatto che i modelli più rappresentativi di casa Citroen hanno un design tutto Italiano...

Eppure ….. Flaminio Bertoni ha influenzato in maniera epocale non solo la storia della Citröen ma anche, e soprattutto, la storia dell’automobile tout court.

Le linee e l’estetica di alcune tra le utilitarie più paradigmatiche, originali ed innovative del ventesimo secolo sono uscite dalla matita (e dalle mani, poi capiremo il perché) dell’artista di Masnago.

Chi era Flaminio Bertoni

Flaminio Beroni
Flaminio Bertoni nel suo studio

Flaminio Bertoni, designer e scultore, nacque a Masnago il 10 gennaio del 1903; Nel 1918, entrò come apprendista nella carrozzeria Macchi subito dopo aver terminato gli studi tecnici.

Nel 1923, alcuni tecnici francesi in visita, notarono il tecnico Bertoni vedendo e, comprendendo la creatività ed originalità delle sue idee, lo esortarono a trasferirsi in Francia; in quel tempo, la Francia era l’epicentro dello sviluppo dell’auto moderna.

Avendo come zavorra una pessima conoscenza della lingua francese, Bertoni si presentò però ad Andre Citroen esibendo un suo brevetto per il sollevamento pneumatico dei finestrini: Citroen non poteva far altro se non assumerlo all’istante.

Dopo una breve parentesi di un paio d’anni in Citroen, Bertoni ritornò in Italia per aprire il proprio studio. L’imprenditoria italiana dell’epoca non era ancora pronta ad assimilare la creatività e la lungimiranza dei suoi progetti. Bertoni fece ritorno in Francia, per rimanervi sino alla morte nel 1964 dopo aver contribuito alla realizzazione di acluni modelli leggendari.

Le Citroen di Flaminio Bertoni

Quante volte sentiamo dire in TV o leggiamo sul web: “quest’auto ha il tipico design francese”. Forse chi lo dice non è a conoscenza del fatto che i modelli più rappresentativi di casa Citroen hanno un design tutto Italiano. Anche i modelli realizzati dopo la morte di Bertoni, fino a quelli odierni mantengono la stessa impronta stilistica, particolari e soluzioni tecniche previste e immaginate dal genio Varesotto.

La carriera automobilistica del designer Bertoni fu molto proficua: tra le sue creazioni si annoverano decine di progetti e idee visionarie nonché i modelli più iconici di Citroen, dalla Traction Avant che fu la prima a motore e trazione anteriori, alla super economica 2 CV, alla DS Deesse con le sue sospensioni idrauliche, o l’auto di segmento medio AMI 6 con il suo strano aspetto dovuto all’inclinazione inversa del lunotto posteriore.

Traction Avant

Il primo impatto storico che Bertoni ebbe con Citroen, fu l’ideazione delle linee della Traction Avant. Questo modello fu l’intuizione di Andre Citroen, e del suo staff, un’auto innovativa ed avanti su tutto, non solo per la trazione.

La carrozzeria della Traction era monoscocca costruita interamente in metallo, pertanto era più robusta, più spaziosa, più leggera ed elegante ed anche più facile da manutenere, rispetto alle normali carrozzerie del tempo, in buona parte ancora in legno, e le riparazioni più semplici anche grazie ai raccordi amovibili.

La Trazione anteriore ed il consequenziale abbassamento del baricentro comportava, rispetto ai parametri dell’epoca, un’aderenza ottima alla strada, un comportamento sensazionale in curva, migliore stabilità in frenata.

A Bertoni si deve la linea estetica innovativa della nuova vettura; il suo merito più grande fu quello di aver intuito che ai contenuti tecnici di avanguardia della Traction dovevano corrispondere linee, volumi e aerodinamica inediti e rivoluzionari.

Innanzitutto fu il primo progetto “in 3D” dell’epoca (e nella storia dell’automobile), reso possibile dall’abilità dello scultore Bertoni nella modellazione e scultura della plastilina, riscuotendo l’ammirazione di Andre Citroen (che anche per questa sua abilità lo considerò sempre alla stregua di un figlio) e della moglie Giorgina, apprezzatissima “consulente” per le questioni estetiche, che aveva già proposto per gli interni tessuti simili al Jersey grigio appena lanciato da Coco Chanel.

La linea dell’auto era qualcosa di rivoluzionario:

– bassa: la trazione anteriore eliminava la necessità dell’albero di trasmissione e del differenziale al ponte posteriore;

– filante: Citroen la voleva aerodinamica e Bertoni prese spunto dalle aggraziate forme di un cigno, un cigno nero incredibilmente bello;

– diversa: essendo così bassa, rivoluzionava anche il modo di intendere l’automobile; nonc’erano i predellini perché non si doveva più “salire in vettura”: era sufficiente accomodarsia bordo, nelle grandi e comode poltrone di cui era dotata.

La Traction Avant venne prodotta per 23 anni, ed attraversò quindi tutte le più gravi vicissitudini della storia nazionale francese del secolo scorso: il fronte popolare, la guerra, l’occupazione, la resistenza, la liberazione, la ricostruzione. Un tale successo, alla sua prima prova, diede a Bertoni la fama di “artista del design” in campo automobilistico e gli consentì di proseguire nella sua brillante carriera creativa.

La 2 CV

Quattro ruote sotto ad un ombrello, senza rompere le uova

Alla metà degli anni ’30, il revisore Citroën, Pierre-Jules Boulanger in vacanza in Auvergne, scrisse le linee guida per una nuova auto alla portata dei ceti meno abbienti: “voglio quattro ruote sotto ad un ombrello, capaci di trasportare una coppia di contadini, cinquanta chili di patate ed un paniere di uova attraverso un campo arato. Senza rompere un uovo”.

Il prototipo denominato TPV (Trés Petite Voiture) nacque nel 39 ma il progetto fu subito fermato dallo scoppio della seconda guerra mondiale. Con la ripresa del 45 fu affidato a Bertoni il compito di tradurre le idee di Boulanger nelle forme che tutti conosciamo bene. Gli sarà dato il nome di 2 CV, due cavalli, quelli che ogni auto avrebbe soppiantato definitivamente.

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Citroën 2CV – Due Cavalli al costo di due cavalli, o poco più

 

La Citroen la DS “Déesse” o “Dea” in italiano

Chi non conosce la Dea? Per gli amici è lo squalo, un’auto con soluzioni tecniche avveniristiche e con un design incredibile, ancora più sorprendente. E’ il capolavoro assoluto di un Bertoni deciso a trovare la forma aerodinamica perfetta, che più si avvicinasse alle forme assunte dai liquidi in caduta libera. Pensata nel 39 entrò in produzione solo nel 1955.

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Citroen DS: storia della nascita di una Dea

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Marco Zappa

Sono nato a Milano nel 1959 e sono un project manager nel settore eventi. Da sempre appassionato di automobilismo, fotografia, musica e scrittura. Colleziono modellini di automobili dall’età di 4 anni e la Formula 1 è sempre stata la mia grande passione. Ricordo che in occasione del primo GP di Monza che ho visto in TV, la trasmissione era in bianco e nero e le telecamere erano solo tre: una per il rettilineo di arrivo, una per Lesmo e una per la Parabolica (credo fosse il '69). La mia prima macchina fotografica era una Nikon FM, Reflex analogica anno 1980... sono passati 40 anni, in seguito sono passato al digitale. La fotografia mi ha aperto nuove strade nella mia attività e soprattutto mi ha dato supporto nel farmi vedere la realtà da molteplici punti di vista, compreso quello del cliente. Seguo assiduamente la musica da 50 anni e colleziono vinili, CD e DVD (sono arrivato a quota 1300 pezzi). Ho organizzato diversi eventi musicali e, abbinando la musica alla fotografia, ho spesso realizzato proiezioni fotografiche a tema musicale. La scrittura mi affascina da sempre e nell'ambito sia professionale che culturale ho accumulato una certa esperienza collaborando negli anni 90 con una rivista di politica, cultura e costume e più tardi occupandomi del copywriting legato alla mia attività di organizzazione eventi.
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