In questo articolo sulla Lamborghini Countach c’è molto di personale: ero un fantolino quando, sfogliando negli anni Ottanta le pagine di una rivista specializzata, mi imbattei nel servizio incentrato sulla 5000 Quattrovalvole, che Sant’Agata Bolognese aveva sfornato per tenere la concorrenza della Ferrari Testarossa appena uscita.
E poco prima, ero ancora più piccolo, rimasi affascinato dalla Countach LP 400 S nera targata Florida MMV 912 del film The Cannonball Run del 1981 di Hal Needham visto alla tv (cast eccezionale, fra gli altri c’erano Dean Martin, Burt Reynolds, Roger Moore, Farrah Fawcett, Peter Fonda e un ancora vegliardo Sammy Davis Junior)
La guidavano Adrienne Barbeau e Tara Buckman e diciamo che, in fase prepuberale, ero rimasto sconvolto dai palloncini di Adrienne Barbeau prima ancora che dalla Countach
In questo articolo
Lamborghini Countach, sogni mostruosamente proibiti
“Countach”: che vor dì??
Chiariamo subito l’arcano relativo alla pronuncia, un mistero impenetrabile quasi quanto la pronuncia del nome della band metal di Geoff Tate & Co., Queensrÿche. Il mistero ce lo svela la casa madre stessa sul suo sito, quindi non occorreva andare troppo lontano:
“Quando si facevano le macchine per i saloni si lavorava di notte e si era tutti stanchi, e quindi per tenersi un po’ su di morale si scherzava. Lì da noi c’era un profilista, faceva le serrature, alto due metri, con due mani così, che faceva tutti i lavori piccoli. Parlava quasi solo piemontese, non parlava neanche italiano. Il piemontese è molto differente dall’italiano, assomiglia al francese. Una delle sue esclamazioni più frequenti era “countach”, che significa letteralmente peste, contagio, e in realtà viene usata piuttosto come espressione di stupore o anche ammirazione, come “perbacco”. Lui aveva questa abitudine. Quando si lavorava di notte, per tenersi su di morale, c’era uno spirito di fronda, quindi io ho detto, potremmo chiamarla Countach, per scherzare, per dire una battuta esagerata, senza nessuna convinzione. Lì vicino c’era Bob Wallace che montava la meccanica – le macchine le facevamo sempre funzionanti, una volta si poteva entrare nei saloni anche con la macchina in moto, che era una bellissima cosa. Quindi ho chiesto per scherzo a Bob Wallace come suonasse ad un orecchio anglofono. Lui l’ha detto a modo suo, in modo strano. Funzionava. Abbiamo fatto subito la scritta e l’abbiamo appiccicata. Però forse il suggerimento vero è nato da un mio collaboratore, un ragazzo che ha detto, chiamiamola così. Il nome è nato in questo modo. Questa è l’unica storia vera di questa parola” (fonte lamborghini.com).
Così Marcello Gandini, il papà della Countach (ci ha da poco lasciati), che praticamente disegna la prima supercar dell’era moderna col debutto del concept nel 1966, che poi diventerà l’iconica Miura. Lo sviluppo della Countach – nome in codice LP112 – viene avviato da Ferruccio Lamborghini con l’obiettivo di tenere testa alle concorrenti sul mercato del 1970 tra cui la Ferrari Daytona, con delle linee che ricordano molto la Lancia Stratos Zero.
Countach e Stratos Zero gemelle diverse
Progettata da Paolo Stanzani e disegnata appunto da Marcello Gandini (lo staff include allora il collaudatore Bob Wallace e l’assistente ingegnere Massimo Parenti), la Countach viene presentata al Salone di Ginevra del 1971.
Nonostante la preferenza di Lamborghini per le comode granturismo, il team di Stanzani & Co. ha il compito di spingersi oltre i confini della macchina da gran tour: il progetto LP112 mantiene aspetti di successo della Miura, come il motore centrale posteriore, la trazione posteriore insieme a molte nuove innovazioni ingegneristiche e stilistiche, risolvendo alcuni “difetti” della Miura, come la tenuta di strada, il sovrasterzo di potenza e la distribuzione dei pesi.
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Dopo un anno di intenso lavoro di sviluppo, il primo prototipo Countach, denominato LP500, viene mostrato al pubblico al Salone di Ginevra del 1971, dove il suo design non convenzionale suscita grande interesse da parte del pubblico e un’ampia copertura da parte della stampa: seguono tre anni di perfezionamento e nel 1974 la Countach LP400 debutta sul mercato.
Countach un pezzo da museo
Sveliamo un altro arcano: le denominazione “LP” sta per longitudinale posteriore, cioè l’orientamento e il posizionamento del motore caratteristico di tutti i modelli Countach. I tre numeri dopo la sigla LP stanno invece per la cilindrata, “400” per i motori da 3,9 litri e “500” per i motori da 4,8 e 5 litri. Pertanto, il nome completo della prima Countach di produzione è Lamborghini Countach LP400. Come nella Miura, le successive varianti hanno la “S” di Sport,
uno schema di denominazione interrotto dalla succitata Quattrovalvole LP5000 del 1985 equipaggiata con un motore da 5,2 litri, chiamata anche 5000QV.
La sigla LP viene abbandonata completamente nel 1988 quando, in occasione del 25° anniversario, esce l’edizione “Anniversary”, su cui un certo Horacio Pagani (che iniziò a lavorare proprio in Lamborghini) mette lo zampino: suoi design e aerodinamica.
Caratteristico il design angolare e geometrico della Countach di Gandini, che ricorda l’ Alfa Romeo Carabo del 1968 e la già citata Lancia Stratos Zero del 1970, anch’esse a forma di cuneo e con metodi non convenzionali di ingresso nell’abitacolo – un parabrezza incernierato per la Stratos Zero e porte a forbice per la Carabo – prefigurando le porte “a forbice” utilizzate sulla Countach (ma pare che se ti ribaltavi erano cazzi da cagare).
Le porte a forbice della Countach: se ti ribalti sono c…
Il muso della Countach fin dalle origini si assottiglia fino a una griglia sottile lungo una pendenza senza soluzione di continuità resa possibile dai fari a scomparsa ed è questo uno sei suoi tanti tratti distintivi
Countach con un cuneo così
Lo stile della Countach è rimasto fedele a se stesso nel coro degli anni: le uscita dei vari modelli sono servite per migliorare le prestazioni, la sicurezza e l’aspetto di un’icona intramontabile e rimasta praticamente invariata nel corso dei suoi 19 anni di vita, fino al 1990, quando passa il testimone alla Diablo.
Non penserete mica che non ci fosse la Countach elettrica?
Per festeggiare il 50° anniversario della Countach nel 2021, viene realizzato un modello ibrido-elettrico a produzione limitata chiamato Countach LPI 800-4