Auto-Storia: i modelli più significativi

Nissan GT-R e sei sempre in pole position

Chi la può comprare deve saperla guidare. E per l'ultima Nismo citofonare Yokohama

L’ultima evoluzione della sua versione più spinta della Nissan GT-R arriva adesso ma gli italiani (e la UE) se la possono scordare a meno che non la comprino in Giappone o Nord America. E comunque i 300 esemplari a tiratura limitata sono già andati via. E’ la nuova Nissan GT-R Nismo (Nismo = Nissan Motorsport) e immagino che i facoltosi acquirenti l’abbiano ordinata di colore grigio Stealth come i caccia invisibili dell’aeronautica USA.

Ovviamente ha carbonio di qua e di là come piace adesso, non verniciato per contenere i pesi, è l’ultimo upgrade del modello originario GT-R del 2007 e assicura al viziato proprietario che la sa guidare alte prestazioni in pista  e su strada, la domenica mattina dopo colazione o  in via Montenapoleone finché potranno entrarci anche i mezzi diversi dalle bici.

Non basta avere la patente

RocketJohn, CC BY-SA 4.0 creativecommons.orglicensesby-sa4.0, via Wikimedia Commons

Ma bisogna saperla guidare, perché non tutti governano i 600 cv di potenza del suo motore biturbo V6 assemblato a mano da un meccanico specializzato che poi lo firma su una placchetta applicata come un abito di sartoria.

La Nissan GT-R Nismo è la versione più cattiva, nata nel 2013, di quella che nel 2007 è l’erede della Skyline GT-R, la macchina preferita di Paul Walker/Brian O’Connor nel primo capitolo di Fast and Furious.

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A Yokohama vogliono realizzare una supercar che non deve aver nulla da invidiare a marche più blasonate e ci riescono: sul Nürburgring il 30 settembre 2013 la Nissan GT-R Nismo infrange il record mondiale per un’auto prodotta in serie con un tempo sul giro di 7:08.679 e costa pure meno delle supercar chic, anche se il prezzo per i comuni mortali è una sassata lo stesso: non è una macchina per tutti i patentati e non è una macchina per tutti i portafogli.

Carbonio, overboost e fantasia

Nel 2007 la GTR tocca i 310 e fa lo 0/100 in 3,5 secondi, numeri che nelle versioni successive cambiano, già nel 2009 con la GT-R SpecV cala il peso (1760, 60 Kg di meno, carbonio a volontà e via i sedili dietro) e aumentano le prestazioni (492 cv, 315 km/h e 0/100 in 3,2 secondi), con il pulsante overboost sul volante che fa tanto fantasia e nella realtà permette un aumento della coppia ai regimi medio-alti, il tutto per la modica cifra di 150mila banane nel 2010.

L’ha disegnata il papà della Nissan 350Z

thesupermat-CC-BY-SA-4.0-creativecommons.org-via-Wikimedia-Commons

Tutto il resto [NON] è noia per dirla con Franco Califano, nel senso che le versioni successive (GT-R 2011 e GT-R 2013) sono soprattutto affinamenti per i malati delle prestazioni, con i soliti update (cavalleria, sospensioni, tempo sullo 0/100 che cala a 2,8 e 2,7 secondi et cetera), fino all’aggiornamento della GT-R 2016, con il look rifatto dentro e fuori: 21 cv in più e 320 km/h, prese d’aria, scocca irrigidita, aerodinamica migliorata, cofano, spoiler, paraurti e nuovi colori, per una macchina dalle linee inconfondibili disegnata da quel Shiro Nakamura che è anche il papà della Nissan 350Z e scusate se è poco. Tutto il resto è storia, anzi Nismo.

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Emanuele Beluffi

Giornalista pubblicista, già responsabile di redazione presso Il Giornale OFF, spin off culturale del quotidiano il Giornale, editor di CulturaIdentità, conservatore presso Fondazione Sangregorio Giancarlo.

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