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DeLorean DMC-12: ricordare il futuro

Disegnata da Giugiaro, fu un disastro aziendale e un successo popolare

All’inizio come macchina del tempo volevano usare un frigorifero e oggi avrebbero avuto solo l’imbarazzo della scelta, vista la qualità estetica delle macchine contemporanee. Alla fine optarono per un’automobile, perché temevano che i bambini, vedendo il film, potessero avere la tentazione di imitare Michel J Fox infilandosi nel frigorifero di casa per viaggiare nel tempo. Invece, con la scelta di un veicolo a 4 ruote, il massimo del rischio era che si infilassero nella macchina di papà in garage.

Loro sono il regista Robert Zemeckis e il produttore Bob Gale: cercavano un’auto che fosse immediatamente riconoscibile e che potesse essere trasformata credibilmente in una macchina del tempo e leggendo questo articolo dovete immaginare di sentire nelle orecchie The Power of Love dei Huey Lewis & The News, l’anthem che ha fatto il botto nel 1985 e che è stato la colonna sonora del film Ritorno al Futuro.

Alzi la mano chi non ha mai immaginato di guidare la DeLorean DMC-12 di Doc! Futuristica, in quel lontano 198…, poteva esserlo. Veloce come il vento, lo era.

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Non foss’altro perché doveva viaggiare nel tempo. E insomma, meno male che Robert Zemeckis e Bob Gale mollarono la scelta del frigorifero, non potevano sapere che di lì a 30 anni i frigoriferi avrebbero messo le ruote per davvero.

DeLorean DMC-12, un po’ di Alfa, Lotus e De Tomaso

By Grenex at English Wikipedia, CC BY-SA 3.0, commons.wikimedia.org

La DeLorean DMC-12, oltre che inglese, parlava anche un po’ italiano, un po’ francese e un po’ svedese: a viaggiare nel tempo la spingeva un motore posteriore a sbalzo V6 da 2,85 lt nato dalla collaborazione fra Peugeot, Renault e Volvo (da qui la sigla motore PRV), che sviluppava una potenza da 132 cv e 207 Nm di coppia. E poi la disegnò Giorgetto Giugiaro, che aveva disegnato anche la Lotus Esprit ispirandosi all’Alfa Romeo Iguana e alla De Tomaso Mangusta.

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Le prestazioni includevano una velocità massima di circa 177 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in circa 8,8 secondi, cambio manuale 5 marce o, a richiesta, automatico a 3 rapporti. Notevoli erano le sue caratteristiche: carrozzeria in acciaio inox, nuda e cruda. E taglio del vetro laterale tipo la R4, con la differenza che anziché scorrere a metà si abbassava, come sulla Countach, altro che R4.

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E poi c’erano le portiere ad ali di gabbiano, provviste di barre di torsione brevettate (costruite dalla Grumman Aerospace) per evitare di sbattere contro le altre auto parcheggiate come accadeva con la Mercedes Benz 300 SL Ali di gabbiano, rendendo relativamente agevoli l’apertura e la chiusura anche al casello dell’autostrada ahah.

Freni a disco davanti e dietro, cerchi in lega da 14 davanti e 15 dietro e una distribuzione dei pesi così ripartita, 35% sull’avantreno e 65% sul retrotreno.

DeLorean DMC-12 ed è subito pop

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Farebbe anche più furore di 39 anni fa

Venne prodotta nella periferia nord di Belfast in Irlanda tra il 1981 e il 1983 in 8583 esemplari e fu la prima e l’ultima costruita dalla DeLorean Motor Company, perché la leggenda cinematografica fu in realtà un disastro produttivo.

John DeLorean, chi fu costui?

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John DeLorean, il fondatore dell’azienda, sarà stato un bravo giocatore di golf ma imprenditorialmente non fu un’aquila nonostante la sua expertise ingegneristica con aziende tipo Chrysler e Chevrolet: mise su la ditta nel 1975 insieme a Giugiaro e William Collins, già ingegnere alla Pontiac (e firmatario del primo prototipo nel 76) e Colin Chapman, che in cambio di 12 milioni di sterle finanziò il progetto fornendo le sospensioni e il telaio portante della Lotus Esprit. Tutto bene fino al 1984 quando John DeLorean si inguaiò in una storiaccia giudiziaria dalla quale uscì con una assoluzione, ma tanto bastò per fargli mollare la baracca.

Ma la fine fu un inizio…

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Nel 1985 Robert Zemeckis la scelse per Ritorno al Futuro.

In totale vennero prodotti circa 9.000 esemplari di questo modello iconico, al prezzo di circa 25.000 dollari, una cifra significativa per l’epoca. Per le riprese del film vennero utilizzati 7 esemplari principali della DeLorean, ognuno modificato in modo diverso per adattarsi alle esigenze specifiche delle scene. Un’auto era destinata alle sequenze di guida, una alle scene statiche e l’ultima era una replica per le sequenze di volo.

 

La DeLorean placcata oro, cafoneria portami via

 

Oltre all’acciaio inox, vennero prodotti 3 esemplari di DeLorean DMC-12 con la carrozzeria interamente placcata in oro a 24 carati, grazie a un’ideona dell’American Express per “l’auto più lussuosa del mondo”: per entrarne in possesso doveva bastare disporre di un conto American Express e un deposito iniziale di $ 10.000.

Nonostante la sua breve vita, la DeLorean DMC-12 è diventata un’icona culturale: l’originale è attualmente custodita al Peterson Automotive Museum di Los Angeles.

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Emanuele Beluffi

Giornalista pubblicista, già responsabile di redazione presso Il Giornale OFF, spin off culturale del quotidiano il Giornale, editor di CulturaIdentità, conservatore presso Fondazione Sangregorio Giancarlo.
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