Perché iscrivere l’auto al Registro ASI? Per almeno 4 buone ragioni: chi non desidera vedere il proprio gioiello su quattro ruote celebrato come si deve?
Amici miei, è tempo di affrontare un tema che a volte fa discutere gli appassionati quasi quanto l’arbitraggio dell’arbitro Moreno durante la partita Italia-Corea del Sud del Mondiale 2002 (e questo è tutto dire).
Stiamo parlando dell’iscrizione della vostra amatissima vecchietta al Registro ASI (Automotoclub Storico Italiano) per farla passare da vecchia a storica.
In questo articolo
Breve storia dell’ASI: origini nobili e missione nobile
Fondata nel lontano 1966 a Bardolino, in provincia di Verona (ma, come specifica il sito stesso dell’ASI, “il primo passo importante verso la creazione di un’unica federazione di club è rappresentato dall’incontro, tenutosi il 18 giugno 1966 a Grugliasco, nello studio del Cavalier Giovanni Battista Pininfarina”), l’ASI ha visto la luce per iniziativa di alcuni illustri pionieri della cultura automobilistica italiana, tra cui il conte Giovanni Lurani, anzi Giovanni Lurani Cernuschi, VIII Conte di Calvenzano, cioè la triade corse, olio e nobiltà.
Avendo intuito che la storia non si fa solo sui libri, i capitani che fecero l’impresa in quel lontano 1966 crearono l’ASI con l’obiettivo di preservare e promuovere il patrimonio motoristico italiano (dal 1983 insieme ai registri Fiat, Lancia e Alfa Romeo), organizzando eventi, raduni e attività culturali che fanno battere il cuore a chi fa il bagno nella benzina anziché nell’acqua insaponata.
Per il quadriennio 2023-2026 l’ASI è presieduta dal medico chirurgo veronese classe 1958 Alberto Scuro.
Perché iscrivere l’auto al Registro ASI?
Per almeno 4 buone ragioni:
1. Per il riconoscimento ufficiale del valore storico del vostro veicolo: chi non desidera vedere il proprio gioiello su quattro ruote celebrato come si deve?
2. Per un vantaggio economico. Iscriversi al Registro ASI significa avere vantaggi come l’esenzione dal bollo.
3. Le auto iscritte ASI possono essere esonerate dalla revisione biennale. Questo non solo vi risparmierà tempo, ma anche stress e denaro.
4. Ultimo, ma non per importanza, l’accesso a una serie di eventi esclusivi organizzati dall’ASI.
Iscrizione ASI: da dove iniziare?
Prima di tutto, la nostra vecchietta deve avere almeno 20 anni. O meglio: 30 anni dalla prima immatricolazione, ma se è una youngtimer (quindi fra i 20 e i 30) ottiene il pagamento del bollo in misura ridotta. Deve essere in condizioni di originalità e conservazione tali da poter essere considerata un veicolo di interesse storico e collezionistico. No, non basta una verniciata di fresco. L’ASI è seria e non transige su questi punti.
L’iscrizione si fa tramite uno dei Club Federati ASI presenti in tutta Italia, presentando una serie di documenti tra cui:
– Fotocopia del libretto di circolazione.
– Fotografie del veicolo, che devono documentarne lo stato in maniera chiara e dettagliata.
– Dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, attestante l’originalità del mezzo.
Il Commissario Tecnico (sì, in Italia sono tutti commissari tecnici) del Club esaminerà la macchina, verificando l’originalità e le condizioni generali. È il momento della verità.
Una volta superato il controllo, il Club invierà la richiesta all’ASI che, se tutto è in ordine, rilascerà il Certificato di Rilevanza Storica e Collezionistica. Et voilà, la vostra macchina da vecchia è diventata storica!
Registrazione ASI, i documenti forniti
In particolare, con la registrazione del veicolo, l’ASI fornisce due documenti:
1. Il certificato di iscrizione del veicolo, che indica il nome del club di appartenenza del proprietario.
2. Il Certificato di Rilevanza Storica (CRS).
L’esenzione del bollo per i veicoli storici, o la riduzione per le youngtimer, avviene automaticamente, poiché è l’ASI a comunicare le modifiche al Pubblico Registro Automobilistico (PRA).
Il CRS può essere presentato alla propria compagnia assicurativa per ottenere le agevolazioni previste per i veicoli storici, che di solito comprendono una tariffa ridotta o la possibilità di includere più veicoli storici nella stessa polizza senza costi aggiuntivi.
Generalmente, il CRS da solo è sufficiente per il riconoscimento del veicolo come storico, ma è consigliabile far annotare la dicitura anche sul libretto di circolazione.
La Targa Oro ASI: l’Olimpo dell’auto d’epoca?
Per chi ha una vettura che non solo rispetta i criteri minimi, ma che si presenta in condizioni eccezionali, immacolate, extra ordinarie, esiste un riconoscimento speciale: la Targa Oro ASI. Si tratta del massimo riconoscimento attribuito dall’Automotoclub Storico Italiano, riservato a quei veicoli che conservano un’altissima fedeltà all’originale, con parti meccaniche, carrozzeria e interni che sembrano appena usciti dalla fabbrica.
Però, però…se diamo un’occhiata all’internet scopriamo che in realtà…
Alla fine della fiera, iscriversi al Registro ASI non è solo una formalità che può essere riformata alla luce di quanto visto qui sopra. E se non ve ne frega niente della storia, fatelo per la vostra vecchietta e (in parte) per il vostro portafoglio.