Tetsuya Tada, ingegnere capo del progetto Supra e capo, sempre capo, della divisione sportiva Gazoo Racing, l’aveva detto 3 anni fa a EVO Magazine: “Per la MR2 stiamo considerando l’opzione 100% elettrico”. E se lo diceva il papà della Supra, già presentata come “l’ultimo regalo a motore termico per gli appassionati” (“regalo”, va beh), c’era da credergli. Del resto, alla Toyota New Global Architecture, una roba tipo Radiotelescopio di Arecibo per acchiappare gli UFO, potevano mettere i cartelli stradali con su scritto “Stiamo lavorando per voi”.
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Un’altra joint venture coi crucchi
E infatti. La generazione delle 3 sorelle (Celica, Supra, MR2, copyright perfida Albione, leggi EVO) tornerà a nuova vita con la MR2, però forse parlerà mezzo crucco e sarà elettrica, o forse ibrida, chi lo sa. Il settore sportive-quasi-per-tutti ormai è delicato, in giro non ce ne sono tante come nei formidabili anni Ottanta e se bisogna rischiare è meglio farlo in due: da qui, dopo la GT86 con Subaru e la Supra con BMW, la joint venture dei giappo con Porsche per il ritorno della MR2, che si dovrebbe sviluppare sulla base delle 718 Cayman e Boxster, quindi motore in mezzo, trazione dietro, 2 posti secchi e, soprattutto, emissioni zero tituli, mica sono Putin e Xi Jinping che ai cinguettii green della Cop 26 rispondono “col cazzo, noi continuiamo ad andare a carbone”.
Quei rendering della MR2 tanto reali…
Per la MR2 l’appassionato può pensare che l’unico ritorno agli anni 80 e 90 sia estetico, con la carrozzeria tipo Targa e la destinazione clienti, immaginando che dalle parti di Toyota dicano che la MR2 di quarta generazione, anche se green, non sarà una sportiva per ricchi annoiati ma continuerà ad essere accessibile ai portafogli dei servi della gleba come ai vecchi tempi. Ma c’è un però. Su behance.net io vedo i figurini di Esa Mustonen che raffigurano una macchina cattivissima con il logo Toyota dietro e nell’URL del sito leggo Toyota-MR-2-Concept. Una visione personale dell’artista magari, ma molto dettagliata: avrà lavorato solo per sport?
E comunque: quando dovrebbe uscire la nuova MR2? Voci di corridoio indicano il 2023, come la deadline di Fedez for President e ad oggi non si sa molto di più (della MR2 di quarta generazione, non di Fedez Presidente): a dirla tutta, fino allo scorso anno Matt Harrison, vice presidente della divisione europea del gruppo Toyota, diceva che una nuova MR2 non era nemmeno una priorità. Qui ci vuole un segugio.
La Toyota Alessandro Volta
E intanto gli indizi visivi fioccano: alzi la mano chi ha mai visto la Toyota Alessandro Volta. I soliti rumors (e qui l’inglese è d’obbligo, perché la fonte parla la lingua di Boris Johnson) accrediterebbero il succitato prototipo. Presentato nel lontanissimo 2004 al Salone di Ginevra e disegnato nientemeno che da Fabrizio Giugiaro, come la fonte d’ispirazione cui potrebbero attingere i doctor Faust della nuova MR2.
Eri “piccola, piccola così”…
MR2 non sta per Mister 2, ma per Mind engine, Rear wheel drive, 2 e è piaciuta a tutti per tre generazioni, si direbbe dal nonno al nipotino, anche se in realtà l’arco di tempo è molto più ristretto: 1984-2007 e anche i meno esperti l’avranno vista in giro negli anni passati in versione roadster (l’ultima). La prima generazione è ”piccola, piccola così”, per dirla con Fred Buscaglione, simile alla Fiat X1/9 e la Lancia Beta Montecarlo, con quei fari a scomparsa che i nemici dell’automobile poi arrivati al potere metteranno fuorilegge. Pesa 950 Kg e monta un motore da 1,6 litri. La potenza varia a seconda dei Paesi di esportazione, 116 o 124 cv per l’Europa e 130 per il Sol Levante, fa lo 0/100 in 8 secondi, che si abbassano a 6,5 con l’introduzione nel 1987/88 (prima in Giappone, poi in UE e USA) del motore sovralimentato, che porta la potenza a 145 cv.
Poi arriva la seconda generazione (1989-1999), più grande, più potente e più pesante ma anche più raffinata e montava un motore 2 litri aspirato (sovralimentato solo per i mercati extra UE). Una chicca: nel 1996 fanno una serie limitata a 91 (il nostro agente all’Avana dice 88) esemplari spider con guida a destra, di cui 20 con cambio manuale e gli altri automatici e chissà quanto vale oggi un MR2 Spider di quella sporca ventina, forse un cazzo perché tanto non lo sa nessuno.
Nell’anno del Giubileo e fino al 2007 è poi la volta della terza (e per ora ultima ma chissà) generazione, cioè la Toyota MR2 Roadster: come direbbe nel “Gattopardo” Tomasi di Lampedusa, tutto cambia perché nulla cambi, cioè se tutto cambia esteriormente, tutto rimane com’è: Toyota torna alle origine per riacciuffare clienti e conquistarne di nuovi, quindi via il tetto, più leggerezza e meno potenza (ma essendo più leggera fa lo 0/100 in 7 secondi), in più capote in tela da tirar giù a mano. Un successone.