Auto-Storia: i modelli più significativi

Panda Palber, la “Rolls” in piccolo della “Milano da bere”

Realizzata in un unico esemplare da Paolo Berra nei formidabili anni 80, oggi è nella collezione di Nicola Francioni

Paolo Berra all’inizio degli anni 80 personalizzò una normalissima Panda con degli allestimenti degni di una Rolls: era la Panda Palber, che oggi riposa nella collezione privata di Nicola Francioni. Ma come era fatta la Panda Palber?

Oggi che tornano a imperversare personalizzazioni spesso folkloristice, una Panda Rolls sarebbe l’eccezione di persone distinte e distanti dalla massa di tamarri che sostituiscono lo scarico con il tubo della stufa.

La Panda Palber, alias Paolo Berra

E’ proprio vero che le cose non avvengono mai per caso. Ieri sera alla Fondazione Mudima ho rivisto dopo qualche anno un caro amico, già manager di una nota azienda di elettrodomestici e che nei formidabili anni Ottanta  realizzò la Panda che distingueva il proprietario dagli yuppies della “Milano da bere”: la Panda Palber (alias Paolo Berra, bocconiano e stilista di auto milanese, che dal 1978 aveva iniziato a personalizzare automobili di lusso), detta anche “Panda Rolls” per l’esclusività dell’allestimento (in un servizio giornalistico di AutoCapital del gennaio ’83 era affiancata  a una Rolls Royce Silver Shadow).

La personalizzazione Palber  costava 10 milioni di lire più iva: esternamente la “Panda Rolls” era una gemella diversa dalle sue sorelline e un occhio attento poteva intuire che c’era qualcosa di mai visto prima su una Panda, a partire da certi dettagli che dettagli non erano: muso con due fari supplementari,  vetri fumè, pneumatici ribassati, cerchi in lega MOMO su misura che facevano molto BBS e la verniciatura della carrozzeria color canna di fucile.

cortesia Nicola Francioni

Ma erano gli interni a suscitare un moto di spettacolare ammirazione, perché la Panda Palber era una city car da crociera, un’utilitaria presidenziale, la quintessenza della raffinatezza in miniatura (ma non in economia): pelle Connolly, sedili della Tappezzeria Lanzoni , bracciolo centrale, cuciture a mano, volante MOMO con corona in pelle, radica per cruscotto e inserti delle portiere, contagiri digitale, moquette bianco ghiaccio e cielo in panno. E poi chiusura centralizzata, luci temporizzate, specchietti e vetri elettrici, doppia radio, doppio vetro, antifurto e…citofono antisequestro (gli anni di piombo non erano ancora del tutto alle spalle) per una macchina del luglio 1981 originariamente color avorio.

E il motore? Beh, qui eravamo al massimo dello snob in senso alto: il motore era quello della Panda 30!

Tutto questo a Milano, nella zona di quel film con Luca Barbareschi celebrata fin dal titolo, anche se l’idea risaliva alla fine dei Settanta, quando Paolo Berra personalizzò la sua Mini Clubman, quella con i portelloni posteriori che si aprivano a mò di armadio, mettendoci il cruscotto in radica di noce, legni che trovò e acquistò in blocco da un magazzino e che poi gli andarono via come il pane.

Le mille e una Palber, la Panda Rolls in una nuova collezione privata

cortesia Nicola Francioni

Panda Palber, chi l’ha vista?

E ora dov’è la Panda Rolls? Dopo essere stata a casa di Paolo Berra per un po’ di anni, ora dorme in quella che con ogni ragionevole certezza è la collezione privata di Panda più grande al mondo, quella di Nicola Francioni, che ne ha ben 41, dalla Panda Elettra alla Panda ambulanza carrozzata da Boneschi, passando per la Panda Moretti cabrio 4×4, la Panda Top Ten e molte alte meraviglie. E  che nel  2018  ha acquistato  la Panda Palber di Paolo Berra.

Panda Palber, l’intervista a Nicola Francioni

 

“Ma come vi siete conosciuti?”, gli chiediamo. “Paolo Berra è un idolo per me”, ci racconta. “Una delle Panda più esclusive era proprio la sua, un’icona sui cui mi ero documentato consultando tutte le riviste che ne avevano parlato, fra cui un numero del 2002 di Ruote Classiche, che aveva pubblicato un articolo sulla Panda Palber e che nella pagina delle inserzioni aveva un annuncio di vendita, fatto da Paolo stesso,  proprio della Panda Palber. Quando nel dicembre 2018 ho acquistato quel numero per completare la mia collezioni di pubblicazioni sulla Panda Rolls provai a contattare il numero di telefono di quell’annuncio pubblicato 16 anni prima…e mi rispose proprio Paolo“.

“La usa spesso?” “Assolutamente no. E’ stata usata nel 2019, insieme ad altre 35 Panda della mia collezione, per il mio matrimonio: la guidò Paolo. Io l’ho guidata pochissimo, non avrò fatto neanche 10 Km. La metto in moto regolarmente come le altre Panda della mia collezione, ma voglio solo guardarla! Per me ha un valore inestimabile“.

“Ma è vero che ha anche l’allarme antisequestro?”. “Sì, pigiando un bottone si chiudono le portiere e scatta la sirena antisequestro“.

“E come è nata questa passione?”. “Nessuno lo sa! E’ nata precocemente, quando ero ancora piccolo e i miei due nonni, paterno e materno, comprarono due Panda, uno nell’87 e l’altro nel ’90.  Non c’è un episodio particolare da cui far nascere questa mia passione, mio padre era un alfista si figuri!“.

Mostra di più

Emanuele Beluffi

Giornalista pubblicista, già responsabile di redazione presso Il Giornale OFF, spin off culturale del quotidiano il Giornale, editor di CulturaIdentità, conservatore presso Fondazione Sangregorio Giancarlo.
Pulsante per tornare all'inizio

Add to Collection

No Collections

Here you'll find all collections you've created before.