LANCIATA NEL 2002, LA JAGUAR S-TYPE R 4.2 V8 SUPERCHARGED ERA IL GIAGUARO CON GLI OCCHI PUNTATI SU BMW M5, MERCEDES E55 E AUDI RS6.
La S-Type, come tutte le Jaguar, non era una macchina da servi della gleba: incolonnarsi in tangenziale a Milano era da sfigati, come comprare un poster all’Ikea anziché un quadro in una galleria d’arte. Oggi, beh, la situazione è un tantino cambiata visto che, come ci insegna il buon Pescion su YouTube, anche se guidi una Audi TT RS Roadster e le provi tutte per evitare la colonna dei disperati te lo prendi lo stesso in quel posto. Siamo troppi, ci vorrebbe un suicidio di massa.
Ma torniamo a quando eravamo pochi ma buoni e alla S-Type: piuttosto che il traffico metropolitano, la sua sede ideale era il passaggio lungo le case antiche di Canterbury o qualche villaggio dell’Oxfordshire. E mentre la guidavi percepivi di essere nella cornice di un paesaggio di campi verdi e antichi edifici. E pensavi a Tolkien e Lewis Carroll, a Harry Potter e al codice Da Vinci e di trovarti davanti al Merton College o al Giardino Botanico, massimo davanti a un mulino sulle rive del Tamigi in un’alba nebbiosa come nella copertina del primo disco dei Black Sabbath toh.
Tutt’altro scenario, però, si poteva prospettare per la S-Type R 4.2 v8 Supercharged. Beh, qui piuttosto che animaletti e fiorellini era più consono l’asfalto della pista o di qualche Motorway britannica. Un passo indietro.
Correva l’anno 1998 e dallo stabilimento Jaguar di Castle Bromwich a Birmingham la S-Type faceva il suo debutto sulle scene al Birmingham International Motor Show il 20 ottobre e veniva immessa sul mercato nel marzo dell’anno successivo.
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Jaguar S-Type l’ultima Jaguar curvy vecchio stile
Progettata da Geoff Lawson (era a capo del centro stile Jaguar dal 1984, morì il 24 giugno 1999, giorno in cui sto scrivendo questo articolo e anno in cui venne commercializzata la sua creatura; fu anche il papà della XJ220 nel 1992, della XJ nel 1995 e della XKR nel 1996), strizzava l’occhio alla Jaguar Mark II di un trentennio prima.
morbida ed elegante, la S-Type è stata l’ultima Jaguar curvy vecchio stile e offriva ai raffinati clienti un’esperienza di guida speciale, non solo per il pilota della domenica ma anche per i passeggeri.
Un filino sotto la XJ, la S-Type si era ben presto guadagnata il favore della clientela grazie ad una riuscita combinazione di bellezza, prestazioni, comfort e, last but not least, prezzo: la S-Type non per solo per i sovrani. L’obiettivo di Jaguar era infatti quello di competere con la BMW Serie 5 con classe (per fare il verso al megadirettore di Fantozzi, quello dei crucchi era culo, quella degli inglesi era classe) e di non lasciargli il monopolio della sportive “lower upper middle class”.
Insomma, con l’acquisto della Ford nel 1989, nonostante si fosse trattato di un connubio grande industria/casa prestigiosa, grazie alla lungimiranza di Nick Scheele Jaguar alla fine del Millennio aveva…un’autostrada davanti.
E il top di gamma della S-Type fu, nel 2002, la versione sovralimentata, intorno alla quale il succitato discorso economia andava però a farsi benedire perché, come scriveva Stefano Pasini proprio in quell’anno di grazia, “la R aiuta a fare viaggi eleganti, veloci, raffinati. Aiuta anche a fare una diretta conoscenza con la maggior parte dei distributori di carburante dislocati sulla nostra rotta: questa Jaguar è un’auto straordinaria, ma l’economia dei consumi non è la virtù per la quale sarà ricordata nella storia”.
Jaguar S-Type R 4.2 v8 Supercharged sotto il cofano tutto
Per la cronaca, faceva 12,4 L/100 km, neanche così pochi in fondo.
Il suo nome completo era S-Type R 4.2 v8 Supercharged (o Super Charged staccato, filologi dei motori fatevi sotto), una berlina di lusso ad alte prestazioni con gli occhi puntati su BMW M5, Mercedes E55 e Audi RS6. E con quella R Jaguar intendeva scalare l’Olimpo delle supersportive a quattro porte. Rispetto ai 358 cavalli del motore Jaguar AJ-V8 4 litri, infatti, quello della S-Type R, grazie anche ad un aumento di cilindrata dello stesso poderoso V8 a 4,2 litri, forniva la bellezza di 395 cv per una velocità di oltre 250 km/h autolimitata e meno di 6 secondi per passare da 0 a 100 km/h grazie a un cambio automatico ZF a sei rapporti.
Pneumatici anteriori da 245/40 e posteriori da 275/35, spoiler posteriore e caratteristica griglia a nido d’ape a finitura lucida sul muso mutuata dalla MkII e il fregio R in rosso, facevano della S-Type una berlina veloce e lussuosa, un po’ da maranza ma in fin del conto niente sesso siamo inglesi.
In sei anni (la S-Type fu commercializzata fino alla fine del 2007 per essere sostituita dalla XF) vennero prodotti 8043 esemplari di S-Type R 4.2 v8 Supercharged di cui 1174 in U.K., quindi è oggi straordinariamente rara, soprattutto se ha il service completo Jaguar.
Al prezzo su strada di poco meno di 50.000 sterle, chi l’acquistava doveva aggiungerne più di quattromila extra fra telefono bluetooth, cruise control adattivo, navigatore satellitare, interni in pelle e radica, cruscotto in legno pregiato e volante in bachelite, computer e sedili regolabili elettricamente in 16 posizioni, quindi insomma non più una Jaguar “lower upper middle class“.