Auto-Storia: i modelli più significativi

Fiat 127 Sport, la derivata sportiva di un’auto del popolo

Vive più di 10 anni ma alla fine la 127 Sport diventa una bruttina stagionata che serve a preparare il terreno per la Uno Turbo i.e.

La 127 la disegna Pio Manzù, figlio dello scultore Giacomo Manzù. Nel 2021 ha compiuto mezzo secolo ed è stata, prima della Golf e più del Maggiolino, la vettura di segmento più venduta in Europa dal 1973 al 1978. In un certo senso è stata l’auto del popolo come una Volkswagen – alla lettera, “auto del popolo”. E nel 74, in Italia, ce l’ha un milione di persone. Insomma, prima della Uno la Fiat 127 è stata l’auto più popolare i Italia prodotta dal Lingotto. Il merito, oltre naturalmente agli ingegneri e agli addetti alle cose tecniche, è di chi l’ha disegnata, cioè un artista: sarà un caso che anche la Citroen DS, altro esempio clamoroso di successo commerciale, l’avesse disegnata un artista (uno scultore anche lì)?

Fiat 127, la fantasia al potere

harry_nl via Flickr

Avevano ragione i sessantottini, almeno in questo caso: la fantasia al potere. Costa 920mila lire, le linee sono azzeccatissime, innovative ma senza esagerare, è comodissima, fa i 140 e consuma poco. Con la 127 viene adottata la strategia “tutto avanti”, cioè motore e trazione anteriori. Grosso modo sembra una 850 vitaminizzata perché il motore è il 4 cilindri da 903 cc da 47 cv, ma viene rivisto per migliorarne consumi ed elasticità. E, appunto, viene messo davanti.

L’abitabilità della 127 è proverbiale: passo allungato di 20 cm rispetto alla 850 (che, sia detto per inciso, non è la nonna della 127), grandi portiere, comodità per tre persone sui sedili posteriori senza che debbano essere dei nani. Il portello posteriore è appunto un portello, nel senso che il portellone viene adottato solo nel marzo 1972, comunque quasi subito (essendo la Fiat 127 stata presentata nell’aprile 71). E poi ampie vetrate manco fosse un loft milanese degli anni Duemila, cofano che è un…quasi cofango nel senso che arriva fino alla zona superiore del parafango, frontale semplice e pulito, cosa vuoi di più dalla vita, un Amaro Lucano?
Pio Manzù, il papà del 127, non la vide nascere

E linee squadrate: vabbeh sono gli anni 70, le disegnano così le macchine. E abbiamo il dovere di ricordare che Pio Manzù, il papà della 127, muore nel maggio 1969 in un incidente d’auto mentre sta andando proprio al Lingotto per discutere la fasi finali del suo progetto: come sa essere crudele la vita a volte.

Settembre andiamo è tempo di Sport

Vauxford, creativecommons.org, via Wikimedia Commons
Vauxford, creativecommons.org, via Wikimedia Commons

La 127 ha tre allestimenti e due motori: L, C, CL, al 903 cc degli inizi si affianca il 1049 cc da 50 cv. Ma nel settembre 78 arriva la versione Sport, non una coupé ma semplicemente una derivazione sportiva del la sorella in borghese. La puoi scegliere fra soli tre colori: nera con filetti arancio, arancio e grigio con filetto nero e grigio con filetto di merluzzo nero (no dai scherzo). Neri pure paraurti e maniglie. La riconosci subito, perché il frontale adotta una mascherina (nera) a griglia, sotto ha un piccolo spoiler (nero, ma che ve lo dico a fare?), un accenno di spoiler anche dietro e la scritta HP davanti e a lato. E doppio terminale di scarico, mentre sul cofano spicca una presa d’aria (nera, ma và?). Dentro poi ci sono due indicatori che all’epoca non è una cosa così eccezionale mentre oggi ciao còre: manometro dell’olio e termometro dell’acqua. Sedili con poggiatesta integrato, volante sportivo a 3 razze, indicatori con fondo bianco, gomme ribassate, vi sta venendo la voglia di cercarne una sana eh?

127 Sport scansate sta arrivando il missile…

Di Charles01 – Opera propria, commons.wikimedia.org

Tre serie 127 Sport: dal 78 all’81, tutto l’81 e infine 82 -83, perché arriva la Uno Turbo. Il motore della 127 Sport ha 70 cv ma già alla fine dell’81 è il turno del 1300 da 75 e del cambio a 5 marce: le due versioni si chiamano rispettivamente 70 HP e 75 HP, la prima tocca i 160 e l’altra arriva a 165.  La terza serie è sensibilmente diversa dalla prime due: più plastica, sedili più comodi, gruppi ottici più grandi, mascherina idem, insomma sembra tutta più grande ma il mercato non accoglie quest’ultima versione con lo stesso entusiasmo di prima, del resto si tratta di una vettura che ha già 10 anni sul groppone. E poi sta arrivando il missile, la Uno Turbo i.e….

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Emanuele Beluffi

Giornalista pubblicista, già responsabile di redazione presso Il Giornale OFF, spin off culturale del quotidiano il Giornale, editor di CulturaIdentità, conservatore presso Fondazione Sangregorio Giancarlo.
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