Auto-Storia: i modelli più significativi

Col Suzuki Jimny siamo sempre pronti a divertirci

L'off road del Sol Levante misura extra small è l'erede del mitico Samurai: come lui non c'è nessuno

Il Suzuki Jimny, l’erede del mitico Samurai, è sempre pronto per farci divertire: muso schiacciato come quello di un bulldog, dimensioni cubiche nel senso del cubo di Rubik, è perfetto per chi vuol fare Indiana Jones ma anche in città.

La leggenda narra che il giornalista Filippo Facci, mollato in mezzo all’autostrada dalla sua splendida Jaguar XJ-S un’estate di qualche anno fa, l’avesse poi rimpiazzata con un Suzuki Jimny.

Jeep Cherokee into the wild e in the city con la fidanzata

Vero o no, con il cambio perse in raffinatezza ma guadagnò in praticità. Anche se, stando sempre in autostrada, chi ha provato il piccolo offroad giapponese di taglia XS giura che a velocità codice, 130 Km/h, il motore 1.5 da 102 cv giri a 4200 giri (!), facendo un baccano che, unito al rumore prodotto dal rotolamento delle gomme sull’asfalto, obbliga nelle lunghe trasferte a fermarsi per far cessare il sanguinamento delle orecchie.

Ma il Suzuki Jimny, il “Suzukino” degli italiani anni ’80, l’erede del mitico Samurai il cui ultimo face lift è del 2020 con il nome Suzuki Jimny Pro, ha tante chicche da offrire, di là dalla trazione integrale inseribile manualmente e le marce ridotte: dimensioni cubiche (ha il muso a sviluppo verticale, è schiacciato come quello di un bulldog ed è lungo 3,65 m , il che permette di percepire a colpo d’occhio gli ingombri in manovra), sbalzi ridotti, elevati angoli di marcia (angolo di attacco: 37°, angolo di dossi: 28°, angolo di uscita: 49°), altezza minima da terra di 21 cm, telaio a traliccio (essenziale per tutti i veri fuoristrada), sospensioni ad assale con tre punti di ancoraggio per migliorare il grip.

E poi i sistemi di assistenza alla guida: “guidadritto”, “occhioallimite”, “attentofrena”, “restasveglio”, “partifacile”, “guardaspalle”, “vaipure”, “nontiabbaglio”, “failafila”, li hanno chiamati proprio così. Perché il Suzuki Jimny andrà benissimo per un’avventura lungo l’Alta Via del Sale  , ma scommettiamo che lo vediamo più spesso in città.

Del resto il “Suzukino” è sempre stato popolarissimo, chi non se lo ricorda quando portava il nome Samurai? E, prima ancora, quando si chiamava Suzuki LJ10 (1970) e Suzuki SJ (1981)? Perché la storia di questo mini suv è una storia cinquantennale.

Appartenente alla classe giapponese delle “kei car” (“automobile compatta per l’autostrada”), ha invaso 194 paesi fino a settembre 2018 in 2,85 milioni di esemplari, stando a quanto scrive Tim Pollard su carmagazine.co.uk

Col Suzuki Jimny siamo sempre pronti a divertirci

Nel 1970, quando uscì la Suzuki Jimny LJ10, coincise con il primo successo globale della Suzuki, che da quel momento e in misura sempre crescente conferì all’azienda notorietà e un punto d’appoggio nei mercati di tutto il mondo, andando a inserirsi in una nicchia di mercato fino a quel momento libera come un’autostrada.

La Jimny originale fu un successo inaspettato, con quasi 5.000 unità vendute nel suo mercato interno nel primo anno, superando immediatamente il leader di mercato dell’epoca, la Mitsubishi Jeep.

Nel 1971 ne furono vendute oltre 6.000. Inizialmente la produzione fu subappaltata e realizzata principalmente a mano, ma Suzuki si rese presto conto che la Jimny aveva bisogno di una linea di assemblaggio dedicata per consentire l’aumento della produzione.

Fu nel 1977 che le linee del mini offroad giapponese assunsero le fattezze che ancora oggi riconosciamo, con il lancio della Suzuki Jimny SJ20, che nel 1981 con il nome di Suzuki SJ30 e poi nel 1984 con il nome in codice Samurai (SJ413) ottenne quel design che oggi ci fa pensare a somiglianze di famiglia lungo la stirpe, che nel 2018 è arrivata alla quarta generazione.

Jimny prima generazione (1970-1981)


Jimny seconda generazione (1981-1998)


Jimny terza generazione (1998-2018)


Jimny quarta generazione (2018-oggi)

Suzuki Jimny anche scoperto

Ma abbiamo un rammarico: a chi, fra quelli di noi un po’ grandicelli, non è capitato almeno una volta di vedere un Suzuki Jimny cabrio? Era bellissimo e usiamo il verbo al passato perché, inspiegabilmente, la casa madre lo ha commercializzato fino al 2009, poi stop.

Un vero peccato, in questa stagione sarebbe bello fare i Sandy Marton from Ibiza su un Suzukino cabrio con le squinzie dietro.

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Redazione Drive'n'Ride

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