Ha i capelli lunghi sulle spalle, la barba sembra quella di Billy Gibbons dei ZZ Top, indossa jeans sdrucidi: lui è Magnus Walker e somiglia vagamente a Zakk Wilde e in effetti sembra il chitarrista di una band metal, ma le analogie con la musica finiscono qui, anzi no.
Come molti musicisti ama le fast cars, solo che lui è un pilota semiprofessionista e vanta una collezione particolare: quasi 40 Porsche, quasi tutte 911, non prive dei segni del tempo e personalizzate secondo il suo stile. Perché lui è quello che i fighetta chiamano “sylist” e grazie alla moda ha fatto i soldi ed è arrivato al punto di essere tranquillamente presente sul borghesissimo sito ufficiale della Porsche. La storia di Magnus Walker inizia nel 1977, quando il papà lo porta all’Earl’s Court Motor Show di Londra e vede una Porsche 911, una macchina mai vista prima nella sua città natale, Sheffield, dove più che macchine sportive vede camion e trattori.
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L’ossessione di Magnus Walker, quella buona
«Le auto devono essere guidate»
E’ l’inizio di un’ossessione, un’ossessione buona, che alla fine lo porta a parcheggiare la sua collezione di personalissime Porsche 911 in una vecchia fabbrica riconvertita a show room molto speciale a Los Angeles, dove vive e lavora: le sue bambine non sono per forza tutte sbarluccicanti («Le auto devono essere guidate», ha detto), qualcuna magari ha qualche segnetto sulla carrozzeria e soprattutto è personalizzata secondo i colori della linea di abbigliamento Magnus Walker, stringhe di pellame, borchie e stoffe scozzesi, avviata con la moglie Karin scomparsa pochi anni fa.
Business as usual
Galeotta fu l’ospitata da Jay Leno
Magnus Walker abbina colori, livree e tessuti ispirati alle vetture da corsa degli anni passati e fra un vestito per Madonna e l’altro vede che, a livello di Porsche 911, quel che pensa per sé piace anche ai collezionisti: uno di loro è Bob Ingram, famoso collezionista Porsche, vuole a tutti i costi una delle sue Porsche (una 911 STR II “Magnus Walker style” ispirata a due delle sue 911 preferite, la 911 R del 1968 e la 911 ST del 1972) e lui gliela dà per 300mila dollari. Business as usual.
Toc toc, c’è qualcuno in garage?
Nel garage losangelino di Magnus Walker ci sono un po’ tutte, dalla prima 911 del 1966 alle 911 3.3 Turbo degli anni ’80, fra originali e rivisitate “Magnus style”. In uno dei suoi video (è molto seguito dai porscheisti dell’universo) guida una 911 Turbo Typ 992 e la mette a confronto con una del 1975 e lo vedi con gli avambracci tatuati mentre cambia sul manuale e sui paddle lungo un canyon fuori dalla sua Los Angeles, dove è arrivato a 21 anni e neopatentato e con pochi quattrini, iniziando a vendere vestiti punk disegnati da lui stesso sulla splendida Venice Beach.
The rockarolla “Urban Outlaw”
Magnus Walker ha anche trovato il tempo per scrivere un libro, Urban Outlaw. Dirt Don’t Slow You Down, dove emerge l’altro lato del fuorilegge rockarolla tatuato e con i dreadlock: un imprenditore, presentatore tv, oratore motivazionale, che sulla scia dell’amore per la Porsche 911 abbandona una città industriale della grigia Inghilterra per le luci di Hollywood diventando un eroe anti-establishment. Qualcuno di noi potrà acquistare questo libro per ottenere le chiavi del successo di Magnus Walker e magari trovare anche lui la propria strada. Da percorrere in Porsche, naturalmente.
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