Morgan Aero 8, fascino rétro che Lotus… scansati

L'anacronistica british, erede della Morgan Plus 8 che sapeva di pipa e pantofole, aveva tolto la vestaglia di cachemire

Accanto al bar-tabacchi-edicola dove ogni mattina all’alba prendo caffè-sigarette-giornali c’è un’officina con una piccola vetrina sulla strada che espone in bella vista alcune delle macchine su cui il meccanico sta lavorando. Un giorno vedo il posteriore di una macchina stranissima, la saracinesca è semi-abbassata e non mi permette di sbirciare meglio, sembra una macchina “antica”, di quelle che io da piccolino chiamavo così e che erano semplicemente macchine degli anni Trenta, ma nello stesso tempo è anche molto attuale. Che diavolo di macchina ci sta a fare qui nella periferia sud di Milangeles?

Siccome il suddetto meccanico è un habitué del suddetto bar-tabacchi-edicola, una mattina passo e gli chiedo: “Ma che macchina c’ha in vetrina??!” (gli do sempre del lei). E lui professorale e pure un po’ indignato: “E’ una Morgan Aero 8”.

E ‘sti cazzi, chi l’ha mai vista?

“Un antidoto alla produzione di massa”

Di Ben – Morgan aero, CC BY-SA 2.0, commons.wikimedia.org

Ora, di là dal mio pregiudizio classista per cui nella periferia sud di Milano certe macchine non ci devono stare, mi rendo conto che nonostante i tempi da inseguitori della massa, dove la massa se ha messo da parte quattro lire guida l’Audi TT o la biemwa coi denti da castoro, una Morgan è la macchina di chi la domenica va alla caccia alla volpe, mica a vedere la partita come i servi della gleba.

E’ la macchina dell’uomo che di fronte alla scenata dell’amante al ricevimento la guarda serafico (“stai facendo una pessima figura davanti a tutti mia cara”) sorseggiando il Krug Clos d’Ambonnay, altro che prosecchino tirapoveri.

Del resto, questo è il claim di Morgan Motor Company: “un adeguato antidoto alla produzione automobilistica di massa, un eccezionale mix di artigianato tradizionale e tecnologia moderna appropriata”.

Caccia alla volpe nella campagna inglese

Di Mic from Reading – Berkshire, United Kingdom – Galway, Co. Galway – Ireland, CC BY 2.0, commons.wikimedia.org

E quindi la caccia alla volpe di cui sopra ci sta tutta: la Morgan infatti è la quintessenza della produzione british di stanza a Malvern, nel Regno Unito, da oltre 110 anni, fondata da Henry Frederick Stanley Morgan nel 1909. Un atelier che realizza artigianalmente un numero limitato per pochi eletti di macchine sportive dalla linea volutamente rétro ispirata ai modelli prodotti negli anni Trenta del Novecento (e quindi la mia suggestione iniziale davanti alla saracinesca abbassata del meccanico di fianco al bar ci stava tutta).

Alla Morgan arrivano gli italiani

E acquisita nel 2019 dall’italianissima Investindustrial di Andrea Bonomi, nipote di Anna Bonomi Bolchini e figlio di Carlo Bonomi (chi sa, sa), “cavaliere bianco” (dal Sole 24 Ore) dell’agorà finanziaria e principale azionista anche di Ducati e Aston Martin fra gli altri.

Bon, quando dici Morgan dici Morgan Plus 8:

e quando dici Morgan Plus 8 dici Morgan Aero 8, secondo una linea di discendenza che parte dal 1968, quando all’Earls Court Motor Show viene presentata la Morgan Plus 8, una delle auto di maggior successo che l’azienda abbia mai costruito al punto da durare 36 anni, e si interrompe nel 2004, quando la Plus 8 viene sostituita dall’Aero 8, in realtà presentata al Salone di Ginevra già nel 2000. Ora è fuori produzione, essendo la Morgan Aero GT (serie limitata a 8 [otto] esemplari!) e la Morgan Plus 8 50Th Anniversary le versioni speciali con cui Morgan celebra nel 2018 la fine della produzione del modello Aero 8, precedute nel 2010 dal modello Aero SuperSport con tetto rimovibile e presentato in Italia a Villa d’Este per festeggiare i 100 anni della casa madre.

A Kensington o a San Siro la Morgan ha il suo bel perché

Di Philafrenzy – Opera propria, CC BY-SA 4.0 commons.wikimedia.org

Se la Morgan Plus 8 sa di pipa e pantofole anche la Morgan Aero 8, sia che la guidi a Kensington sia che la guidi a San Siro, suscita curiosità da parte di grandi e piccini, anche se rispetto alla predecessora, pur condividendone il fascino anacronistico, sembra aver tolto la vestaglia di cachemire e somigliare di più alla macchina di un Batman un po’ dandy. E non ha nulla da invidiare a livello di prestazioni rispetto a vetture dall’allure meno rétro ma sempre di una certa nicchia (una Lotus Elise tanto per fare un nome a caso): la versione “normale” (quindi non le versioni speciali) ha un motore V8 “donato” dalla BMW (M62 prima e N62 poi), 4398 cc, 333 cv, 260 all’ora autolimitati e 0/100 in meno di 4,5 secondi.

Di suo, ha che è la macchina del magnifico snob: non devi per forza sfoggiare tre quarti di nobiltà per averne una, però devi saperti distinguere dagli altri.

Di Motohide Miwa from USA – Morgan, CC BY 2.0, commons.wikimedia.org
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