Ford GT40, schiaffi alla 24 Ore di Le Mans

La sfida (vinta) con la Ferrari e quei 12 milioni di dollari che il Drake non incassò

Aveva rubato la scena alla Ferrari 330 P4 per quattro anni di fila alla 24 Ore di Le Mans: era alta un metro. 40 pollici dal parabrezza e anche se non era mai stata omologata per la categoria Gran Turismo si chiamava GT40.

Gli appassionati l’hanno rivista sul grande schermo lo scorso anno nel film con Matt Damon e Christian Bale, Le Mans ‘66, la grande sfida e quella fra Enzo Ferrari e Henry Ford II è stata davvero una sfida, combattuta prima a suon di dollari e poi con le vittorie iridate. La Ford GT40 era stata la rivale della Ferrari nelle gare di durata alla 24 Ore di Le Mans, vincendo nel 1966, ‘67, ‘68 e ‘69.  Ma la prima volta non si scorda mai, perché nel 1966 la Ford GT40 salì su tutti e tre i gradini del podio.

In pista alla 1000 km del Nürburgring ma…

Ma la storia era iniziata prima, nel 1964, quando il brutto anatroccolo venne messo in pista alla 1000 km del Nürburgring e alla 24 Ore di Le Mans: era la cosiddetta GT40 Mk. I, con sotto il cofano un V8 di 4,2 litri e tante défaillance strutturali e aerodinamiche che imposero di rifarla da capo.

Ford GT40 Mk II del 1966 – Ph. Brian Snelson – originally posted to Flickr as 1966 Ford GT Mark II, CC BY 2.0, commons.wikimedia.org

Fu così che l’anno dopo la Ford GT40 Mk. II, con un V8 di 4,7 litri, conquistò prima la 2000 km di Daytona e poi, nel ‘66 appunto, la 24 Ore di Le Mans.

Per la prima volta un costruttore americano vinceva lì: non una vittoria di Pirro, ma una vera e propria conquista sul campo, l’affermazione (per quattro volte di fila) di un’azienda americana (e che azienda) su un circuito dove in buona sostanza fino a quel momento a farla da padrona era stata la Ferrari (nel ‘54, ’58 e poi dal ’60 al ‘64 e scusate se è poco).

Va bene i 12 milioni di dollari ma comando io

Ma prima delle vittorie iridate vennero i dollari: 12 milioni, per l’esattezza. Mai incassati. Era la cifra che nel 1963 Henry Ford II aveva offerto a Enzo Ferrari per prendersi la “ditta” e farne il reparto corse della Ford: galeotto fu, nelle trattative commerciali, l’incontro con quel manager italo americano Lee Iacocca che negli anni ‘80 avrebbe salvato la Chrysler.

E se il Cavallino di Maranello non ha aggiunto al rosso della livrea il bianco e il blu delle stelle e strisce lo si deve alla testardaggine del Drake, che a Henry Ford II disse più o meno così: “va bene i 12 milioni di dollari ma comando io”.

Niente Ferrari allora, ma Henry Ford II la sfangò lo stesso: per parafrasare Warren Beatty, “abbiamo fatto la lotta di classe e l’abbiamo vinta noi”.

Nel film la sfida tra la Ford GT40 e la Ferrari è anche una storia di uomini: nella realtà storica come nella narrazione cinematografica alle macchine si accompagnano i caratteri di piloti e costruttori, vale a dire Carroll Shelby / Matt Damon (veterano delle corse e imprenditore) e Ken Mile / Christian Bale (il pilota della GT40, mentre Enzo Ferrari nel film è interpretato dal nostro Remo Girone).

Ford GT40 Mk IV del 1967, Ph. Nathan Bittinger from Rochester, NY, USA (uploaded by Micap) – 1967 Ford GT40 Mk IV, CC BY 2.0, commons.wikimedia.org

La Fort GT40 ebbe vita breve ma tante evoluzioni: dal ‘64 al ’69, anno della sua uscita di scena, ne contiamo quattro (di evoluzioni, non di vetture: quelle per la precisione furono 123): dalla GT40 Mk. II si passò alla GT40 Mk. IV, che nel 1967 alla 24 Ore di Le Mans non solo vinse ma battè anche il record di velocità (343 km/h) e si differenziava dalle precedenti versioni per telaio e carrozzeria con in più i quattro fari.

Una GT40 per andare a far la  spesa

La GT40 Mk. III, invece, fu la versione stradale. Magari non potevi andarci a fare la spesa, ma aveva il bagagliaio e montava un motore depotenziato; inoltre aveva la guida a sinistra (tutti i modelli della GT da corsa ce l’avevano a destra perché era fabbricata dalla Ford Advanced Vehicles in Gran Bretagna).

David Merrett / CC BY (creativecommons.org)

Inutile che vi fiondiate a cercare una GT40 Mk. III: ne furono realizzati 7 esemplari (sette), uno dei quali andò al celebre direttore d’orchestra Herbert von Karajan (lo stesso che nel ‘75 si fece realizzare una Porsche 911 Turbo RS alleggerita per correre più veloce, con la scritta in rilievo von Karajan al posto del banale 911 Turbo RS, praticamente era la Porsche von Karajan).

In compenso potete cercare la sua erede, la Ford Gt 2019, che costa come un appartamento in centro e dovete pure mettervi in fila.

 

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